domenica 27 febbraio 2011

Feci uno, faccio due!...

O com'era magro l'Haber! Certo, il Montagnani stava bene nella parte del Necchi, anni dopo la morte del poèro Perozzi. Che ha anche un impermeabile più bello che nel primo film, forse perchè son ricordi e nei ricordi le cose son un pò meglio. Sarà per questo che, a distanza di anni, un pochino 'sto secondo atto mi ha delusa. E' del 1982 e purtroppo, si vede.
 Avendo visto il primo Amici Miei era d'uopo vedere anche il secondo e alla fine ci son riuscita. E sempre in streaming.
Si va per episodi in questo film, andando avanti ed indietro tra presente e ricordi, escamotage per riproporre il Perozzi -sempre interpreato da Philippe Noiret- e si inizia con un ricordo del '66 in cui si ripropone sia la moglie che il figliolo, qui bambino si, ma parecchio stronzo e viziato più che rompiballe.
Ed è qui che un pò mi cascan le braccia: se Montagnani va benissimo nella parte di un Necchi degli anni '80 -dunque 7 anni dopo la morte dell'amico- non va altrettanto bene se è presente ugualeuguale nel '66 e lo stesso vale per gli altri e sua moglie...non parlo solo dell'abbigliamento che sotanzialmente è immutato dagli ottanta ai sessanta, ma proprio fisicamente non vi è nessun passaggio nè mutamento sopratutto tenendo conto che ormai sono tutti avviati verso i sessant'anni. Sono agèè e si vede.
Fa un pò male questa trasandatezza anche nei luoghi ove si svolgono certe cose la sede della Nazione, sempre per il Perozzi, che non aveva quei ripiani illuminati negli anni '60 e si vede che sono ambienti "moderni" e lo stesso vale per la clinica del professore Sassaroli che non è certo quella del '66 nè quella in cui lo incontrarono nel '75 -ed è pure una bella incongruenza.
Il film parte e continua un poco mollemente ma meravigliosa è la scena del battesimo nonchè della processione in costume del Melandri ravveduto e converso. Benedetto figlio di buona donna d'un Rambaldo. Per non parlar della scena dell'Alluvione (nel '66) che è un legame al primo film "O brutta imbecille! E Gesù per far restare vergine una come te e affoga tutta Firenze?"
Ed il Conte Mascetti si scopre allora vivesse in via dell'Ardiglione (o almeno gli somiglia e sebbene sia ricostruita) che non sapevo fosse su un dosso...ma forse era una battuta per tranquilizzare il vicinato...Certo che "l'appartamento" del Conte è troppo simile a quello che -sempre nel primo film- gli viene "elargito" dagli amici dopo un continuo girovagare di casa in casa e tra l'altro sito in tutt'altra zona, anche se non ho capito quale.
Mi sembra vi sia più cattiveria, in questo atto secondo, molta di più tenendo conto che c'è di mezzo anche una violenza sessuale su minore (e minorata...beh, certo furba non è) e per il resto il film è un rinverdire delle situazioni presenti nel primo film: tipo che al posto delle zingarate nei paesini c'è quella alla torre di Pisa. C'è anche la supercazzola al solito vigile che evolve poi in un'altra scena ed una volta tanto il vigile tanto bischero non è.
Il Necchi qui non è che ne esce benissimo, a parte che cornifica la moglie con cui lo avevamo conosciuto avere un bell'intenersi ed un lutto in comune...ma anche lei poi cade in tentazione...Insomma, questa novità un pò mi dispiace.
Sarà per i 7 anni che son passati, sarà che i tempi son comunque cambiati e per la necessità di trovare nuove zingarate, ma sembra che il ritmo del secondo atto sia più lento, il ritmo è più pesante...imbolsito come i protagonisti?
E Firenze? Firenze qui è più luminosa, forse primaverile là dove il primo era autunnale e un pò crepuscolare qui la trovo defilata, quasi scomparsa e anche in questo film ho cercato di riconoscere i luoghi  ma a pare S.Miniato ed il cimitero, una fugace apparizione del Piazzale Michelangelo o l'altrettanto fugace Piazza de' Ciompi, non c'è un granchè...è un pò anonima ed è strano per il periodo in cui ancora aveva legami popolari come nel '75. E se la casa del Necchi è ancora in S. Spirito dov'è il suo bar che è anche ristorante e sala da biliardo? Boh! Ma non è più S.Spirito di sicuro. Giusto per continuare coi legami col primo film troviamo un altro vecchino stronzo ma è Paolo Stoppa! Pragonato a lui il tirchio (e ladro) Righi è un monello, Paolo Stoppa mette in scena uno strozzino, una vera carogna!! Tanto che i nostri quasi potrebbero soccombere.
Per certi versi il finale è ancora più triste di quello con la morte del Perozzi durante il cui funerale si cerca di commettere l'ultima zingarata tutti assieme, in un qualche modo. Ma l'infarto che piglia il Conte Mascetti e lo renderà perennemente invalido ha un che di irrisolvibile, anche se dà a lui e la sua famiglia finalmente un tetto, perchè non ci son scherzi da fare per risollevarsi e commettere l'ultima zingarata, lo dice il Conte: era un essere inutile ma libero ora vogliono per forza renderlo utile e prigioniero.
La chiusa è drammatica al massimo, sulla sedia a rotelle il Mascetti partecipa ad una gara per handicapati su sedia a rotelle, incoraggiato dagli amici che acclamano tra le lacrime e il fermo immagine ci offre il viso storto dall'ictus...E' la fine di un epoca.


E proprio per la fine di un epoca, perchè alla fine il film, io credo, parli di questo, tremo all'idea di vedermi l'Atto Terzo che tanto mi sa di preludio ai cinepanettoni. Agh!

sabato 26 febbraio 2011

Il Concerto


 Visto in dvd, naturalmente. E mi è piaciuto.
Partendo da un video da youtube ne avevo viste altre scene e mi ero commossa nonostante il francese non sia più nelle mie corde. Il film in sè non è immune da qualche difetto. E' una commedia dall'umorismo leggero a volte forse troppo tenendo conto dell'umanità che narra e che spesso mostra. 
Al Bolshoi un famosissimo direttore d'orchestra caduto in disgrazia ai tempi della dittatura vive pulendone le stanze e le sale, e vive di ricordi. Proprio pulendo l'ufficio del direttore trova un fax da Parigi ed ha una illuminazione: ci va lui a Parigi a dirigere e riproporre un concerto di Tchaikovsky fallito anni fa. Il perchè non ve lo dico...Grazie all'unico amico rimastogli -il violoncellista- raccatta i vecchi componenti della sua orchestra tutti a loro volta impegnati in altri lavori che nulla hanno a che fare con la musica, uno dei violini è uno zingaro che più zingaro di così non si può provvederà ai documenti falsi e gli strumenti e il loro manager sarà colui che provvedette a farlo cadere in disgrazia e facendo rinchiudere in un gulag con la moglie che lì vi morirà ma la cui abilità nel trattare è necessaria anche se retrograda perchè è rimasto ai tempi della dittatura sovietica ed è ancora un fervente comunista; aggregato all'orchestra quasi improvvisata c'è anche un rappresentante della Russia moderna, un manager in odore di mafia (russa), cafone arricchito e vanaglorioso che strimpella il violoncello ma è necessario per i soldi. 
Tuttavvia una volta a Parigi l'orchestra si disperde in una inspiegabile (e inspiegata) mancanza di disciplina e di ideali ed ognuno improvvisamente va a fare il mestiere impostogli in patria anche se pur sempre a Parigi! L'unico che ha una vera motivazione al suo scopo egoistico è il manager che ancora è legatissimo al suo ideale sovietico/comunista.
Il vero scopo del direttore -intuito alla vigilia della partenza per la capitale francese- è anche incontrare e aggregare all'orchestra una violinista che scopriremo legatissima al passato del malinconico direttore. Alla fine, in nome del passato e di un amore viscerale per la musica, l'orchestra si riunirà per il concerto previsto e suoneranno come avrebbero sempre dovuto e ciò  ne decreterà il successo ed una tournèe mondiale, e scopriremo perchè quella violinista è importante quanto quel concerto.
In un certo senso ci vengono mostrati dei luoghi comuni in positivo sull'anima russa, gioviale e amante della vita e della musica, e come questo paese è uscito dalla dittatura sovietica in nome del capitalismo più becero e kitch. Oddio! Non che da noi la situazione della classica stia meglio ma il regista pare dirci che sia sempre meglio che di là. Ci mostra dei personaggi che da musicisti son diventati custodi di musei o trasportatori di mobili ed altro ancora abbastanza superficialmente, gente che si arrangia che sa suonare ma non ci sembra aver sofferto particolarmente per non averlo fatto per anni ma che accetta immediatamente (tranne uno e senza particolare ragione nè focalizazione sul suo rifiuto). L'unica focalizazione che abbiamo è sulla coppia di ebrei alle trombe scena che serve a farci conoscere il motivo della caduta in disgrazia di un direttore d'orchestra che in Occidente sembra essere ancora leggenda. 
La storia scorre velocemente forse troppo ma da Parigi in poi -nel momento in cui si dovrebbe concretizzare- alcune cose vengono ancora narrate in maniera superficiale e di maniera. Invero a me sembra che manchi un pò di forza nelle scene comiche ed a volte veri buchi narrativi tipo il violoncellista mafioso che scompare per tutto il resto del film per poi riapparire praticamente verso la fine e la scena delle prove mancate è un pò tirata per i capelli la violinista tanto voluta sembra fare i capricci - non fosse che ha pure ragione vista l'assenza di buona pare del resto dell'orchestra- e fa la stizzosa all'arrivo dei chiassosi ed un pò stereotipati zingari il cui violinista (a suo modo fedele al direttore)  le dà una lezione di umiltà passando dalla musica popolare ad una suonata di classica...

 
Voilà! 

Dicevo, manca un pò di cattiveria o di forza e si che visto l'improvviso disperdersi dei musicisti più impegnati a farsi mantenere come cafoni ed a far soldi come facevano in madrepatria -e con l'apparente intento di trattenersi in terra francese permanentemente- ce ne sarebbe stato il bisogno anche in contrasto con l'ultima chiamata da parte del vecchio ebreo per il concerto, nel nome della defunta moglie del direttore che finalmente li riporta là dove era il sogno originale. Anche il manager sovietico sacrifica il suo egoismo idealista ma davvero non ce lo aspettavamo...La sequenza è abbastanza sentimentale ma non è male ben sostenuta dalla musica di Tchaykovsky ma appunto mi sembra manchi di forza proprio perchè manca il contrasto con le precedenti...Forse è un mio modo di vedere l'umorismo dato che il regista infondo non è italiano ma rumeno, lo stesso di Train de vie, Radu Mihaileanu, solo che Train de vie funzionava abbastanza bene ed aveva una oncia di tristezza specie alla fine...Inoltre in quel film, per quel poco che ho potuto vedere, la musica è molto presente è un sostegno al film mentre qui è poco più che colonna sonora, a mio parere.
In generale il film scorre anche troppo, ci sono si colpi di scena ma nulla che impenni, non che vi siano situazioni per forza scontate ma semplicemente avvengono, non soprendono più di tanto. 
Fisicamente parlando i personaggi, anche quelli minori, sono ben scelti incluso l'amico fedele del direttore e custode -assieme all'anziano ebreo- della sua storia, classico gigante buono che non possiamo non amare. Ammetto una cosa, il doppiaggio italiano dà un accento slavo assai pesante, dal piccolo video che ho postato non si direbbe altrettanto in francese ma forse è una mia impressione dato che non ho ancora visto il film col doppiaggio originale...
Insomma, non è un capolavoro di comicità o di malinconia russo/ebraica ma alla fine Il Concerto funziona, è carino e grazioso come una favola musicata da Tchaykovsky.

venerdì 25 febbraio 2011

Memorabilia e maestri di vita...anzi, no, del sogno.


 Goldrake è stato il primo cartone animato giapponese che io abbia visto, e credo il primo della stra-grande maggioranza di coloro che sono della mia generazione. Fu davvero un botto.

Era una novità, finalmente fantascienza per noi banbini, un cartone animato tutto per noi che ci faceva advvero sognare di andare nello spazio, combattere dei cattivi cattivissimi, andare a cavallo o in moto...Cos'aveva di speciale Goldrake rispetto ad altre cose, fumetti o racconti che fossero? Innanzitutto c'era il protagonista, un principe guerriero, che ha perso tutto il suo pianeta, famiglia e amici, a causa dell'invasione del cattivissimo Re Vega e delle sue truppe con i dischi volanti. Actarus non era un eroe pronto a saltare sulla sua astronave e massacrare il cattivo prossimo suo, lui non voleva combattere aveva finalmente trovato un luogo dove dimenticare, lontano anni luce (letteralmente) dal male e dalla distruzione. E noi eravamo abituati a John Wayne ed ai suoi indiani cattivissimi e colpevoli di essere indiani! Ogni puntata di Goldrake era sostanzialmente un clichè di sè stessa, alla fine c'era sempre un combattimento col mostro meccanico, ogni volta differente e talvolta Goldrake, il robottone, doveva usare un escamotage per sconfiggerlo possibilmente con il Tuono Spaziale oppure l'Alabarda Spaziale! 



 Col progredire della serie si scoprivano varie cose, l'esercito di Vega aveva anche un che di multietnico (o multiextraterrestre) e capitava di trovare extraterrestri altrettanto cattivissimi oppure costretti da un ricatto morale o materiale a combattere...le fanciulle che contornavano Actarus erano sensibili ed innamorate della sua tristezza mista ad una certa gioia di vivere, Venusia, a lungo è stata la fanciulla che sosteneva l'eroe triste emotivamente ed a prescindere ma intuivamo che lei era forte e che non era la solita Biancaneve o colei che stava a casa ad aspettare che lui tornasse. Sentivamo che lei voleva fare di più, voleva essere al suo finco e non essere così scema da metersi nei guai per poi farsi salvare. Era coraggiosa Venusia, con le sue modeste forze di fanciulla del West in terra nipponica (e noi eravamo decisamente confusi, in tutto ciò!) e di temperamento all'occasione.
E c'era Alcor, che noi non lo sapevamo ma aveva un passato di tutto rispetto (e nonostante un riassunto nella prima puntata) ma che faceva davvero la figura dello sfigato al punto che rimane anche senza disco volante...ed a noi Boss Robot -e non sapevamo chi michia fosse, quello lì- ci lasciava perplessi! Solo anni dopo, quando vedemmo il Grande Mazinga, ci scattò la lampadina accesa! Che cuore d'oro Boss! Alcor riprenderà la lotta con un nuovo mezzo, una sorta di aliante spaziale con cui permetere al robottone dell'amico di combattere meglio contro le sempre più soverchioanti e astute truppe vegane!!
Eppoi tocca a Venusia!! Alla fanciulla!! Le danno un mezzo acquatico! Dagli spazi siderali a quelli oceanici! Tzè! Fate una pippa Charlie Angels! Ed anche il Sergete Pepper!!


Ma il top del top della goduria fu Maria!! La sorellina perduta del principe Acatrus!! Oddio!! Che figata!! GUIDA UNA MOTO!!! UNA MOTO!!

Avete idea di cosa significasse per noi fanciulle che al massimo avevamo maghette, e fanciulle birichine la qualke massima aspirazione fosse o cantare (e sposarsi) o diventare infermiera (anche se capace di lanciare il lazo o arrampicarsi su un albero...cosa a me familiarissima!) Per certi versi fu uno scossone anche superiore a Lady Oscar che era pur sempre mascherata da maschio nonostante fosse una spadaccina, accettasse di misurarsi in duelli con uomini, andasse a cavallo e alla fine partecipasse alla Rivoluzione Francese! Ma ciò avvenne più tardi. 
 Maria guidava una moto e sapeva menare i cattivi! Ed alla fine le affidarono il terzo mezzo per sostenere Goldrake nella sua lotta: quello per le profondità sotterranee!



Bisogna capire quello che sigificava per dei bambini o ragazzini una cosa come Goldrake anche dopo che iniziarono ad arrivare altri robottoni...Anche perchè era osteggiato, il cartone giapponese. Erano disegnati male, erano violenti, erano fatti male! Detto poi da chi? Mah! Da gente che definiva Clint Eastwood un fascista! O da chi a malapena sapeva distinguere un Caravaggio da un biglietto da 10.000 lire! E non è che i nostri cartoonists scehrzassero anche se non nascondevano la loro simaptia per i super eroi americani, cosa bellamente ingnorata dall'intellighezia nostrana di sinistra...Boh!
Finalmente c'era un cartone per noi, fatto per noi e pensato per noi che tutto sommato ci conosceva, parlava di quello che sognavamo e non di come riteneva dovessimo sognare...e che spesso non rispettava le fiabe o le storie con cui eravamo cresciuti, vedi Pinocchio della Disney.

Valori? A palate! Ma anche di COME venivano raccontati quei valori che bisogna dirlo, erano quasi assenti nei films Disney. Ed anche una estetica che ci parlava di come ci vestivamo o come ci saremmo vestiti se fossimo stati più grandi e della nostra fighissima moto! Si, perchè, a parte certe eccezioni, Goldrake e compagnia erano ambientati al massimo alla fine degli anni '60 o gli inizi dei '70.

Le puntate duravano poco ma avevano un ritmo alternato, lento, a volte di tensione ed infine emozionante nella catarsi finale del combattimento. Non saprei dire se un pochino più lunghe sarebbe stato meglio, forse no, forse i tempi erano giusti e basta.
I cartoon di oggi? Da una decina di anni la qualità non è più buona, invero di cartoon belli e sopratutto nuovi e non finalizzati allo smercio di cards con cui giocare e con target infantile, sopratutto, fu MTV a trasmetterene proprio una decina di anni fa: erano serie di oav oppure parte di serie tv apparentemente brevi (eccezion fatta per Inuyasha), sono storie nuove ed anche più complicate per certi versi. C'è una cosa di cui tenere conto, ai Giapponesi non è sfuggito che i telespettatori crescono, diventano adolescenti, universitari ed adulti e di conseguenza producono cartoons (e dagli anno '80!) per differenti targets di sesso ed età, idem per i fumetti e quindi molte delle cose che si sono trasmesse da noi erano per adolescenti o poco più...non per i ragazzini dai tredici in giù come pretendevano du Italia Uno che da emeriti stronzi trasmettevano cartoons per adolescenti e non per bambini! E si che Conan il ragazzo del futuro -cartoon di Miyazaki e adattissimo per bambini- era ingiro danni!! MTV comprese ciò e ci diede orge guduriose di cartoons nipponici di alta qualità!

Solo che poi, anche là in Oriente hanno sgamato ed hanno iniziato a produrre robe con le caratteristiche superficiali che piacevano ad Occidente e non ultimo tenendo conto di alcune censure, sopratutto quelle americane! A seguire queste direttive si direbbe che quelle spontaneità, spesso in contrapposizione con la loro società o gli adulti, siano andata a farsi friggere, i valori che ci attrevano e galvanizzavano sembrano solo luoghi comuni anche se a volte sembra esserci un tentativo di mostrare un qualche lato oscuro dell'umanità o del conformismo sociale...ma sono poco sentiti, molto dichiarati...molto adolescente fighetto che vuol fare la rivoluzione ma comodamente. E spesso i cartoon giapponesi non ci mostrano la loro società per come è ma spesso come la vorrebbero gli autori delle storie ed a volte con storie che non hanno nè capo nè coda, al punto che mi chiedo come cazzo facciano ad avere successo o per lo meno quello che ci dicono avere in patria!
Invero, il mio sospetto è che le robe buone a noi non ce le prendono più...MTV da tempo ci fa vedere si le maratone di anime con puntate di novità (o quasi) ma alla fine quello che ci fanno vedere è assai trendy, scontato ed anche leggermente porno! (censurato ma tendente...)
 
C'era una voglia di raccontare e di dare emozioni vivide ed anche un pò di coraggio che ora non c'è, anche ciò che sarebbe trasgressivo non lo è più ma è decisamente di maniera. Anche l'eros omosessuale, ma questo è un altro discorso!

Intanto mi consolo col fatto che IO ho ancora il 45 giri in vinile, della sigla originle d'apertura e chiusura! Tiè!



Ricordi al volo....

Ora, non vorrei che solo perchè son partita con l'onda della malinconia, vi aspettaste che tutte le volte che parlo del passato sono nel mood de "Ehhh, bei tempi, signora mia! Altro che oggi!" Nononono...No. Per me oggi ci sono senz'altro cose belle e intriganti, alcune cose sono più facili di un tempo e c'è internet ed altro ancora...Però. C'è un però. Ci sono cose nel passato di cui si sente la mancanza, innegabilmente, i rapporti umani nel quartiere o nella strada che ci ha visti crescere -ad esempio- tutta quella rete di negozi e negozietti gestiti da una o più persone che conoscevi a mena dito al punto che non si diceva "Vado dal panettiere/pizzicagnolo" ma "Vado dall'Anita." (anzi, "dall'AnNita!")  o dall'Olga, se serviva un pentolino o un qualcosa per la cucina...
L'Anita, l'Olga, la Grazia, i Fratelli (mai saputo il loro nome), Albano, Giovanni, il Chiarini...C'è rimasto Lollo che non è più nemmeno lui ma il figlio...pian piano hanno chiuso oppure son stati sotituiti da altri che poi hanno chiuso...Per anni la mia vita si è scandita da queste parti, principalmente in quel ferro di cavallo squadrato che è via del palazzuolo/via Maso Finiguerra/Borgo Ognissanti, zona assai popolare a volte mista ma sempre di gente che si conosceva e chiamava per nome. Ovvio che non è solo questo perchè c'è il resto di Borgo Ognissanti e il resto di via del palazzuolo...
In totale c'erano tre ortofrutticoli, tre cartolerie, cinque pizzicagnoli e quattro forni, due macellai ed un pollaiolo, tre bar (mi pare) ed una latteria (che comunque chiuse che ero ancora piccola) ed una pescheria che credo ci sia sempre stata, un elettricista, ed un riparatore radio/tv, una lavanderia...due officine per riparare motorini e bici...un ferramenta, un paio di merciai, un'edicola, un tabaccaio ed un vinaio ed anche un negozio di abbigliamento dove ora c'è uno dei due attuali tabaccai (si sono moltiplicati)...ed escludiamo la scuola e l'asilo delle suore...ed altre cose che non mi vengono in mente e non tengo conto della vicina via delle Scala e di via dell'albero...perchè ognuno aveva davvero il suo preferito più una alternativa se quel che cercava era esaurito, logico che praticamente qui si fosse come un paesone...mia mamma sapeva che se accadeva qualcosa a scuola, mi potevano depositare dall'Anita, con le medie -se capitava di uscire prima- era lì che aspettavo prima che si decidesse di affidarmi le chiavi di casa. I due fruttivendoli chissà perchè avevano dei negozi che mi inquietavano: la Grazia aveva una specie di rialzo all'interno che si affacciava alla vetrina per esporre le casse con la verdura mentre il posteriore di questo rialzo dava sul bancone all'interno del negozio e serviva a metterci altre casse sotto e non so perchè ma mi faceva timore quel quadrato buio...I Fratelli avevano un negozio più stretto e basso rispetto alla Grazia, un pò meno luminoso e mi sembrava avessero più roba, il bancone non tagliava del tutto in due il negozio sembrava solo fare come da porta tra il lato da cui si accedeva e quello dietro, solo che la parte dietro infondo mi metteva a disagio, cosa curiosa perchè il retro del banco era sempre off-limits per i bambini (questioni di igiene, credo) e quindi io ero sempre curiosa di andare dietro ma in quel posto lì no, o almeno superate certe casse non mi piaceva...mi piaceva invece sedermi sul poggia borse o almeno finchè mi fu consentito, una sorta di righiera orizzontale le cui sbarre erano coperte di gomma e non so bene perchè ma l'ultimo tratto sulla destra era allentato e mi attirava in maniera possessiva: era il MIO angolo!
Guardando al fatto meramente pratico si può dire anche che si sapeva da chi andare perchè ti consigliava e serviva bene, certe cose vengono spontanee e non le puoi costruire dal nulla...Vedansi il nuovo macellaio che vuoi la crisi vuoi -sopratutto- la sua scarsa sapienza come negoziante s'è fottuto tutta la clientela ereditata da Albano: il deserto per anni, là dentro! Ed hai voglia cercare tutto d'un tratto il colloquio col cliente che saltuariamente ti viene a prendere le salcicce o la fettina o il petto di pollo!
Per me il problema non sono i cambiamenti in sè ma il come avvengano e non imputo i lati negativi ai nuovi arrivati ma principalmente ai nativi o a chi per loro...Perchè se qui gli affitti si son alzati, se qui non è possibile tenere un negozio a lungo, se qui si aprono più spacci per alcoolici o pub piuttosto che panettieri o pizzicagnoli, o cartolai o resta gente che vende poco e male e poi chiude, certo non è colpa dei nuovi arrivati.
Diverso per i nuovi pizzicagnoli! Certo, sono in via dell'albero, ma si vede che lavorano e bene col cliente, la furbata di avere una italiana che lavora aiuta ma è ovvio che alla fine le buone maniere ed il servizio impeccabile, premiano anche con la vecchina o il vecchino diffidenti. Un pò grazie a loro che c'è un qualcosa di ben frequentato qui in zona, di gente affidabile e che chiami per nome...E prima di loro arrivarono, sempre in via dell'albero, quelle del mini-market che purtroppo spazzarono via il Neri, mesticatore, che bisogna dire non era un furbo...troppo comodo andare avanti perchè non c'è concorrenza, eh!  Il tessuto è quasi inesistente, ormai, e la carne in emergenza mò vado in via della spada (e non per me) ma almeno i prezzi sono abbordabili, almeno mi pare...due i forni che resistono e bene...anzi, tre che verso il Curtatone ce n'è un altro...
Sono pochi i punti di incontro: il baretto all'angolo tra via del palazzuolo e via Maso Finiguerra ha ancora i tavolini fuori e sta accanto al trippaio/lampredottaio che ha cambiato tre gestioni da che aprì vent'anni fa dopo anni e anni di latitanza lampredottistica...C'è il cinema, praticamente l'unico in zona a parte lo Spazio uno di via del Sole, verso Piazza S.Maria Novella. Il Fulgor ha una storia tutta sua, c'era quando ero piccola poi, verso la fine degli anni '80 si è trasformato in cinema porno e poi ha finalmente chiuso!! Infine una decina/quindicina d'anni fa riapre come multisala...Io però ricordo che negli anni d'oro accanto al cinema c'era la gelateria Il Pinguino, me la ricordo enorme con un bancone lunghissimo...forse perchè ero io piccolissima ed ovviamente sempre d'estate, illuminato dal sole che entrava da una strada spaziosa e l'insegna luminosa a forma di pinguino dalla luce azzurra, credo fosse considerato il posto della domenica ma anche di un certo pregio, non solo per il fatto che era il secondo posto dove si facevano e vendevano gli zuccotti ma anche perchè chi ti serviva aveva la divisa candida, all'epoca una garanzia (o almeno io ricordo così); alcuni anni dopo la chiusura l'albergo accanto ne prese il fondo per ampliarsi, assieme ad essi prese anche il fondo del calzolaio chiuso anch'esso da tempo. Me lo ricordo bene perchè era lì che ci si andava a servire e perchè il primo paio di scarpe che decisi io di acquistare fu lì. Il proprietario era persona d'altri tempi, pelato con un lungo grembiule nero, un pò come un bidello che ti consigliava e poi faceva accomodare sulla poltrona con davanti un poggiapiede e ti calzava lui la scarpa, gentilissimo e solerte. Ricordo le pareti letteralmente tappezzate di scatole da scarpe, tranne forse quella della porta d'entrata, che toglievano un pò di luce. C'era, accanto al vecchio tabaccaio (che ora è una edicola/tabaccheria) il Levi che si è spostato in Borgo Ognissanti, il Levi (o meglio LA Levi) c'era quando io non ero nemmeno nata, infatti c'è una foto del '66, dell'Alluvione, che fa vedere tutta via Maso Finiguerra allagata ed anche il negozio del ottica e sviluppo foto era allagato. Del Levi ricordo che dev'essere stato lì che mio babbo comprò il microscopio e forse il canocchiale che vendette che ero piccolissima, forse anche il binocolo che ancora conservo; lì vidi le prime videocamere-giocattolo coi filmatini tarocchi di Goldrake (ovvero ricavati dalle sigle e dalla serie tv) ci ho sbavato sopra per anni. Ed era certo lì che c'erano i proiettori (Bontempi, mi pare) coi cartoni Disney che accelleravano la salivazione ed i sospiri al 100%!! Che patimento! Beh, almeno, in questo caso, il pezzo di storia locale si è solo trasferito per lo meno...
Non mi lamenterei della presenza del pub quasi all'angolo di via del palazzuolo/via del Porcellana se non fosse che mi fido di più della trans a quell'angolo piuttosto che degli ubriaconi ggiovani che ci vanno ad sbevazzare visto che lei/lui non si è mai divertito a fermare il traffico o una ambulanza o a pisciare in giro...e pretendere di aver rivitalizzato la zona addirittura! 
No, dico, la MIA zona era più affidabile quando c'erano "le signorine" (incluso la trans) piuttosto che questi qua...le signorine ci sono da che ero piccola, avevo quattro anni quando son venuta in questa casa muovendo da via del palazzuolo, e c'erano anche in via benedetta...ed ogni tanto si becchettavano dando un pò di spettacolo. Ora c'è rimasto/a solo lui/lei contro il degrado e la sicurezza stradale del resto anche l'ultima delle "signorine" se n'è andata e non me ne sono nemmeno accorta...Ovunque sia spero stia bene.
Delle "signorine" ricordo quel che mamma mi raccontò quando ero una ragazzina, un'altra mamma con una figlia più giovane di me e che certo non era di queste parti, si lamentò con la mia proprio per la presenza "scandalosa" delle "signorine"...mia mamma non si scompose e rispose che nè lei nè io non avevamo alcun problema visto che c'erano sempre state e non avevano mai dato fastidio a nessuno!
Dal canto mio ho un ricordo personale ancora un pò più arretrato: dalla finestra guardavo una processione in via del Porcellana, le tre "signorine" se ne stavano in disparte, su un marciapiede ad osservare, anzi quasi ad assistere come altri ed una di loro si accese una sigaretta, quella accanto le diede una gomitata e l'altra si fece il segno della croce.
Puttane dico, mica Escort!
Del resto quando i miei morirono queste "signorine" -quelle rimaste- e la trans si avvicinarono a noi per le condoglianze e scambiar due parole, quasi gente di famiglia, per dire...

mercoledì 23 febbraio 2011

Lettera...

Un pò mi manchi ancora...Un pò...perchè ormai la sento anch'io la distanza, da tempo...Mi manca la possibilità di paralarti anche di cose semplici, quotidiane, la possibilità di discutere di questo o quel film, cosa che non abbaimo fatto spesso o abbastanza e nonostante i dvd che ti prestai e che hai ancora assieme ai libri che hai promesso di restituire. E che spero che almeno da solo tu li abbia visti, spero che tu ne abbia avuto il tempo, perchè sono cose che sapevo ti sarebbero piaciute così come piacevano a me, forse anche più di quanto piacessero a me, visti i tuoi interessi ed aspirazioni.
Mi manca la tua compagnia e anche il motorino, non ci sono andata abbastanza con te.
Mi mancano quei finesettimana passati da te, il venerdì pomeriggio a prepararmi e sistemare la borsa, anzi LE borse ed a aspettare la telefonata per decidere dove vedersi...lì all'angolo. Avevo un mio piccolo spazio per me, a casa tua, un mio angolo di vita che non ho nè ho mai avuto e che forse non avrò mai. Un posto dove staccare la spina e finalmente pensare -magari anche male o assai pigramente- a me...e lo facevo con te ed era bello.
Rimpiango di averti annoiato, perchè sono sicura di averlo fatto anche se credo che stessimo assieme per una impressione che ti avevo dato o forse un pò di fantasia tua...o forse no...Però ti devo ringraziare perchè comunque ho capito diverse cose così come ne ho affrontate altre proprio grazie a te e perchè stavo con te...Sei stato un mio specchio per capire cose che comunque nessuno mi aveva mai fatto notare o forse nessuno aveva mai notato, cose che forse non so se riuscirò a rimediare dopo anni e anni di connivenza! Mi manca dormire assieme nel letto e svegliarmi con te, lo sai che mi abbracciavo prima? Finchè stavamo assieme non l'ho fatto più, così,, senza pensarci. E allo stesso modo, senza razionalizzare, ho ripreso, lascio andare la mia mente a nuove cose o vecchie cose, ed è anche per questo che dormo poco forse...Poi smettendo di prender la pillola mi sembra che i miei sensi abbian ripreso a funzionare in un qualche modo, meglio certamente, ed anche il resto ha ripreso a funzionare meglio. Peggio per te! Tiè! 
Ma nonostante gli effetti collaterali che mi anestetizzavano, mi manca anche quello!
Mi manca uscire anche solo per mostrarti la mia digitale regalata a metà, e gingillarci per le strade d'Oltrarno.
Mi manca noi due, specialmente ora che "sento" in maniera differente, migliore e mi vengono in mente idee nuove o solo ripulite, forse perchè frequento gente nuova o solo gente con cui sto bene ed è un momento di cambiamenti, sembra, di pagine da voltar definitivamente e lasciarsi alle spalle metà delle cose che ho avuto, dato o fatto fin'ora, ritmi che mi segnano da vent'anni, non me ne stanco ma sono ormai parte di me e staccarsene sarà doloroso. Meglio senza feste. Senza canzoni, spero di non sentirne affatto.
L'ansia cerca di aggrapparsi a me, strano che non ci riesca ancora, perchè tra un mese i cambiamenti ci saranno eccome. Tu certo ci passi da qualche mese più di me, anche se con alcune differenze. Vorrei non avere quella zavorra che mi hanno appioppato i miei, sembra strano ma a volte credo potrei anche cambiare casa per un monolocale se fossi davvero da sola...forse no...Ma mi ci sento portata.
Vorrei rivederti ancora, vorrei un abbraccio e ne vorrei più d'uno e sprofondare la faccia nel tuo petto. Vorrei un pò di intimità...tranquillità. E mangiare assieme Oltrarno. Ci sono ancora stradine che non abbiamo camminato.
Hai ancora i miei dvd ed i miei libri, quando me li restituirai, spero non sia una toccata e fuga, sarà forse quando andrai via da qui...Mi aggrappo a questa piccola idea...non per ricominciare ma solo per rivederti e volerti ancora bene.

Mio ex...

martedì 22 febbraio 2011

Nostalgia, melancolia...

Mah...O meglio...Ehhh...
Ieri sera, un pò a singhiozzo ad un certo punto, mi son vista Amici Miei (il primo)  sull' onda del corto visto all'Odeon, glielo dovevo infondo...Era una vita che non lo vedevo ed alcune cose me le ero dimenticate oppure le confondevo col secondo che dovrò recuperare...se mai mi sarà possibile...Mamma mia, l'Adolfo Celi!! Che era uno dalla vita assai interessante prima del cinema...vabbè ormai ce lo ricordiamo per Brook...o Bruk...o Brooke...insomma il cattivo di Sandokan (sospirone pre-adolescenziale) oppure per aver fatto il super-cattivo in un 007 che non ricordo, sinceramente...Altri tempi! Poi c'era quello che fa il Necchi con quel capello ondulato ed il baffetto da sparviero...Non è che c'era lui tra i ragazzotti in brache corte in Amarcord? Si perchè io mi ricordo di uno con le brache cUrte ed il baffetto post adolescenziale...boh!
Insomma, me lo son guardato e mentre lo guardavo mi domandavo: "Ma qui dov'è che siamo?" Si, perchè S.Spirito la riconosci subito ed io appena posso ci ritorno per confrontare magari pure col corto! Certe zone oltre Ponte Vecchio credo di averle riconosciute, così quella stradina che porta all'albergo Porta Rossa dove Il Conte Mascetti ti trova la Titti in un incontro clandestino che più clandestino non si può...La sede de La Nazione e Santa Croce e il mercato di S. Ambrogio che si vede spesso...ma più avanti dove il Mascetti con la Oldsmobile scassata chiede una spinta (per avviarla) al Perozzi, dov'è lì? Che c'è un piccolo distributore di benzina...Il Centro all'epoca era molto differente, innanzitutto trafficato...Che poi! Trafficato per modo di dire perchè non si può far paragone col numero d'auto che lo attraversava fino a non molto tempo fa. Io, l'unico distributore di benzina che ricordo è quello sulla salita...Viale Redi? Quello più dappresso al Centro, per modo di dire, il resto è oblio. Lasciamo perdere i fuori porta poi, io lì è un miracolo se so che esiste...però, secondo me, erano sempre dal lato Oltrarno o verso il Piazzale...Non so, la Madonnina dove ritirano un pacco -mentre stanno prendendo il culo il Righi facendosi passare per malavitosi- mi è familiare e pure il ponte dove poco prima, sempre il Righi, voleva pisciare...Quello mi sa che è verso Le Sieci, un bel pò prima però...Sono esterni che son cambiati in 35 anni...35! Anni! Sono spariti i tortellini Barilla in Via Nazionale, nel frattempo! Credo vent'anni fa! 
Amici Miei, stando a Wikipedia, è del 1975 ed io avevo circa 8/9 anni e non mi ricordo una benemerita...perchè per me gli anni '70 sono un crogiuolo di accadimenti opachi che vanno dalle prime ed ultime vacanze in Sardegna, alle solite e continuate per anni vacanze in Trentino anche i Inverno, al bullismo -un pochino meno sofferto- dei compagni delle elementari, ai cartoni di Goldrake, alle vacanze estive anche in Calambrone di cui ho abbastanza ricordi anche sgradevoli... Solo questi anni hanno il segno, per me, di due stagioni all'estremo: l' estate e l'inverno. Non ci sono primavera o autunno, o forse ne sono inglobate...sarà anche perchè ho delle foto (in bianco e nero) del periodo che certo ho vissuto molto più che nell'adolescenza; l'estate è il sole forte che invade ogni dove, le magliettine colorate a mezza manica e le scarpe in cuoio blu con gli occhi, la polvere secca e le farfalline blu che coprivano letteralmente ogni residuo di pozzanghera, i tafani e le vespe e le piccolissime cavallette che saltavan via a gruppi ad ogni passo nell'erba, era la puzza dei cumuli di letame di vacca ai lati dei campi, odorosi, aromatici, "grassa" da spargere nei campi quando i villegianti non erano un problema e non ci si vergognava nè delle vacche nè delle galline, era andare alla fontana a lavare le cose con la nonna o giocare nel giardino delle Proloco accanto e saltare attraverso il buco nella rete come se fosse l'entrata a scivolo di una nave spaziale o di un sottomarino, era la segheria che coi cumuli di segatura odorosa, la bindèla, le sdèle, i traversini ed i fondi che potevo fare a mano, il rumore tipico della motosega ed al mattino presto quello dei contenitori del latte portati dagli allevatori al caseificio, le incursioni negli orti fuori del paese, andare al parcogiochi di Cavareno e quello più lontano di S.Romedio, la strada ancora di ghiaia piccola e bianca per andare "là via" al bosco, i "giati" e le rondini nei nidi sotto i tetti ed il casino che facevano alla sera quando si appollaiavano tutte sul filo della tensione che attraversava la vista che avevo dal balcone che ancora non mi faceva paura che potesse rovinare di sotto, e il Brenta là infondo, la "curt" con le gialìne e le mucche ed il cavallo ed il maiale appeso per essere svuotato.  Ed i tacchini.
L'inverno è il Natale, l'albero con le palle di vetro decorate a mano e le lucine colorate (a Firenze)  ed il Presepio con le statuine di gesso, quello dalla nonna in Trentino, però che si faceva col muschio preso "su là via", nel bosco e le cortecce alla segherie dello zio e poi la neve e la slitta, e le discese "giù dai Luni" e la piccola chiesetta antica (c'era anche d'estate prima che la chiudessero ed io andavo dai Luni a prendere l'acqua che poi il prete benediceva) proprio là davanti, la neve, tanta neve, alta, col suo "crok crok" sotto le suole e l'odore suo misto, o forse lo stesso, al legno bruciato ed il sole limpido e cristallino che all'epoca davo scontato...un odore che collego direttamente alla neve anche se non ce nè. E' l'odore di neve. 
In Amici Miei non c'è nulla di tutto ciò -ovviamente- ma è sempre inverno, fa freddo e si vede, non c'è quasi mai il sole, è grigio...come al funerale del Perozzi e tutti fanno il vapore con la bocca, a volte c'è la nebbia di giorno e anche col sole. Un freddo come quello mi sa che lo abbiamo avuto questo inverno dopo la pioggia. C'ho avuto freddo per tutto il tempo anche prima di vedere il paesino dove il Conte Mascetti ha spedito moglie e figlia che c'era caduta la neve, prima ancora di vedere il sottoscala dove vanno poi a vivere...E' strano che Monicelli abbia scelto quella stagione o quel tempo per un film che, seppur con un fondo amaro o melancolico, è pur sempre una commedia, no? Firenze è vera, popolare, operaia e non snobbona e di collina, mi piaccino le facce degli universitari che si vedono assieme a Titti quando il Conte cerca di mollarla (e credo di avere capito dov'è la strada)...mi piacciono come son vestiti...Ma è una Firenze triste, silenziosa come lo sono le città a certe ore del mattino quando non c'è rumore di fondo, tutto tace, ma triste ed il bar del Necchi è buio come ricordo fosse il bar di Lindo, in via del Palazzuolo, il tipico bar dove andavano gli uomini per lo più, scuro e buio col biliardo in fondo ed i tavoli dove si giocava a briscola...ed io prendevo l'immancabile spuma. Solo che da Lindo, mi pare, non si giocava la schedina nè si conpravano i francobolli come invece si fa dal Necchi, quei gesti mentre umetta le strisce delle schedine vecchie me li ricordo un pò ancora così come il rullino verde.
Solo la farmacia non ho ancora capito bene dove fosse mentre la fioraia...si e prima o poi mi faccio un tour alla ricerca di quegli angoli, così, per vedere com'è ora...


Bella figlia dell'amooo-ooo-reeee...

domenica 20 febbraio 2011

15 febbraio 2011, cinema Odeon, spettacolo delle 22,15...all'incirca.

Martedì sera io e Tessa del gruppo anobiano siamo andate a vedere con trepidazione "L'Ultima Zingarata, un funeralone da fargli pigliare un colpo!" il tributo ad Amici Miei ed al Maestro Monicelli (all'epoca ancora in vita). Si omaggia partendo da una scena in particolare.
 La scena cui si fa riferimento è questa...



                                                                                                                              
 
Da quand'ero ragazzina, mi son convinta che la versione di "Bella figlia dell'amore..." avesse una personalizzazione da parte di questi "zingari" : "Bella figlia dell'amore, schiavo son dei vezzi tupi...(segue)...le mie pene, le mie pene DEL MIO PENE consolar..." Ammetto che per tutta la settimana precedente l'anteprima mi son canticchiata questa "arietta" così come vi scrivo, a mente, per mia fortuna! Ma proseguiamo...

Vestita per l'occasione scendo col mio ombrello azzurro e muovo verso l'Odeon, che tra l'altro è uno dei miei cinema favoriti: amo quel liberty e quelle vecchie insegne illuminate all'interno, gli stucchi, gli ori, le balaustre, i mosaici e la biglietteria in legno tutt'ora conservati.
Piove, non tanto, ma piove e c'è già folla fuori e sopratutto dentro! Pieno come un uovo e siamo al secondo spettacolo, sulla porta di sinistra dove hanno steso un tappeto rosso c'è un avviso: i biglietti sono del tutto esauriti. I biglietti del primo spettacolo erano esauriti già due settimane prima! Ricordo una simile affluenza solo alla prima de Il Signore degli Anelli sempre all'Odeon, ed era di pomeriggio. 
Arriva la Tessa e ci sistemiamo sotto una delle arcate che proteggono le porte, attendiamo più di 20 minuti circa forse mezz'ora oltre l'orario previsto ma attendiamo all'asciutto via via che arriva altra gente. Tiè! 
D'un tratto la Tessa, dall'alto dei suo centimentri in più rispetto alla sottoscritta, nota che hanno aperto le porte laterali, dei movimenti, un fremito scorre nella folla dentro che inizia a scorrere, il problema è che si muove anche quella dietro a noi e per poco la mia compagna di avventure non rimane spalmata sull'unica anta vetrata chiusa. Nel parterre ci sono le maschere che, come vigili urbani, dirigono gli spettatori alla platea, si impedisce di salire finchè il traffico non scorre riempiendo la sala e solo dopo si farà lo stesso di sopra. Ho notato tuttavvia, dove potevo, che alcuni posti sono rimasti vuoti.
Altra cosa che ho notato erano dei personaggi vestiti "ammodino" cosa che mi ha fatto pensare che a questa prima si poteva fare come quando si va al The Rocky Horror Picture Show, vestiti appunto "ammodino" (puttane o militari?). Calano le luci e sul palco -sul cui schermo è apparso l'annuncio mortuario del Perozzi- entra un tizio con cilindro e grancassa che batte a ritmo lento a cui seguono, sotto il palco, altri membri del Circo Nero; entra la banda musicale "La Primula" di Fucecchio che suona a ritmo funerale "Bella figlia dell'amore..." e dal fondo platea entrano i tipi vestiti "ammodino" di prima che recano una bara tapezzata degli annunci mortuari come quello proiettato sopra il palco...



Salgono e depongono...poi salgono le majorettes coi loro pon-pon ed infine gli Hare Krishna...in silenzio. D'un tratto il ritmo cambia e si fa allegro, si balla sul palco e si fanno scoppiare coriandoli e sul palco arriva Francesco Conforti, ideatore e produttore del corto, con uno dei registi, non ricordo se si trattasse di Federico Micali o Yuri Petrini ma si sapia che costoro furono coinvolti nella realizzazione del bellissimo documentario sul Cinema Universale, altro grande successo che raccolse pubblico e sold-out per un altra intoccabile leggenda fiorentina...Così scopro che al primo spettacolo c'erano Gastone Moschin e Milena Vukotic che hanno e avevano plaudito e sostenuto, assieme al Maestro Monicelli -all'epoca delle riprese ancora vivo- l'iniziativa. Così come scopro che anche il sindaco Renzi doveva esser presente...Il Sabato mattina seguente poi ho saputo ancora che il sindaco non era nemmeno arrivato nonostante l'invito, di qui il motivo del ritardo del secondo spettacolo...E bravo! 
Durante la presentazione si omaggia il Maestro e riassumono le traversie del lavoro svolto. Poi si riparte con la musica allegra di prima e si termina con un "Branca Branca Branca! Leon Leon Leon!" 
Sostanzialmente il corto è per buona parte un Making of prima della scena omaggiata vera e propria, quella che ho postato all'inizio. Questo tributo viene dal basso dove si raccolgono i soldi a mò di colletta in quel di S.Frediano, dove gli attori per la maggioranza non sono professionisti e tutto è fatto per amore del cinema e di un film che sia e sopratutto a Firenze è considerato intoccabile!  
 E' stato anche attraverso la radio -Controradio- che si lanciò l'appello per le comparse al funerale, liberi di presentarsi vestiti a piacere pur secondo i dettami e del Melandri e del funerale...lo confesso, mi mordo ancora le mani per aver ceduto alla pigrizia, a me che bastava attraversare il ponte per arrivare in Santo Spirito!
 E' il Melandri -interpetato da Gastone Moschin- che vorrebbe un "funeralone" per l'amico Perozzi per far dispetto alla moglie e al figlio di quest'ultimo, decisamente "rompiballe" e rigidini rispetto al defunto.
Comunque eccoli, puttane, militari, bande e telegrammi e corone...Ed io aggiungo Supercazzole e Come fosse antani...




E come vedete nel filmato qualcuno ha già dato!
E come potete vedere da questo filmatino ci si rende conto della gente "qualunque" che ha voluto esser partecipe e se vedrete il corto vi sarà ancora più chiaro!
Come inizialmente sapevo, il Maestro Monicelli non è potuto esser presente fisicamente alle riprese e nonostante avesse accettato un ruolo, quello che fu dell'Adolfo Celi, ed a dare il primo ciak. Come poi la cosa è stata risolta sta nel corto quindi compartevelo che tra l'altro fate una buona azione dato che una parte del denaro va in beneficienza alla Busajo onlus. 
Che dire? Che ho passato una bella serata, che mi è piaciuto quel che ho visto ed è piaciuto anche alla Tessa e peccato che durasse solo 75 minuti, circa, che c'era un casino di gente e chissà quanta ce n'era al primo spettacolo, che c'erano tanti giovani ma anche tanti signori di mezza età e oltre che scommetto sapevano a memoria il film. Tanti sono stati gli applausi, spontanei e di cuore.
Ed il Conforti, vi dirò, mi piace un casino come si veste!!

Il giorno dopo la proiezione, nelle edicole usciva il libro più dvd allegato alla Nazione -8,80 €- andando al lavoro ho fatto una capatina e me lo sono "accattato". Voi poveri mortali in ritardo potete trovarlo -forse- ancora nelle edicole oppure nelle librerie Giunti e -pare- anche nei supermercati...
Alla faccia dei signorini/e di collina che certamente manco sapevano di questa occasione, ma mica possiamo pretendere che si abbassino a tanto! (eh bè! Anche di via della scala!)

Questo corto è stato presentato anche alla 67a Mostra del Cinema di Venezia, ma io a differenza dei Fiorentini non ho bisogno dell'etichetta per considerare un qualcosa o un qualcuno, eppure il corto là c'è arrivato con tanto di corteo!

Ah! La voce narrante del Perozzi, qui nel corto, è del buon Tony Topazio -Controradio- che io trovo azzeccatissima!


Sbiriguda a tutti!



giovedì 17 febbraio 2011

13 febbraio 2011, se non ora quando?



 Domenica 13 in molte città italiane si è svolta la manifestazione "Se non ora quando?"
Contrariamente al mio solito ho partecipato. A parte questioni psicologiche posso candidamente dire che non ho mai dato molta fiducia ai cortei, in particolare a quelli pacifici e numerosi, semplicemente per il fatto che ad essi raramente -se non mai- ha fatto seguito un qualcosa di concreto per avere dei veri cambiamenti che fossero sociali o politici...Tuttavvia credo che fosse una di quelle rare volte in cui ho ritenuto giusto se non necessario partecipare, ho colto l'occasione anche per la "chiamata anobiana" in compagnia in fondo si sta meglio e le mie ansie da lost in the crowd si sono placate. Peccato per la giornata grigia ma fortunatamente non fredda, anzi era quasi primavera...Non avendo ombrelli rossi, ho indossato un berretto di velluto rosso sangue di bue...
Appuntamento con gli anobiani al loggiatino degli Uffizi, sopra i Canottieri, (Giovanni, Michela, il Sommo con annessa prole e la Loredana, Laros, Nerina, Deppi e Antonio ed altri che non ci siamo trovati, peccato)... 









C'era già folla e non sono riuscita ad entrare in piazza dei giudici, punto di raduno per chi volesse partecipare ma certo era piena come un uovo, erano le 13,45 circa e in meno di 15 minuti già il traffico rallenatava per le persone che riempivano via via la strada e una volta tanto il numero di Fiorentini era certo superiore ai turisti...Naturalmente degli anobiani nessuna traccia, sul momento, cercavo ombrelli rossi...Dò una occhiata in giro e vedo donne con fasce bianche attorno al capo "Rispetto" ed altre con grosse lettere portate indosso a formare una parola d'ordine, altre con cartelli o sciarpe banche (poche invero) ma anche di ombrelli rossi ne vedo pochi... 
Poi per fortuna avvisto il Jonvalli e di lì appresso la Michela e via via arrivano gli altri, sotto il loggiatino non passa uno spillo così come sulla terrazza sul capoccio dei Canottieri ed il traffico rischia la paralisi, del resto se il corteo era previsto partire per le 14 -mi pare- non capisco perchè non bloccare una mezz'ora prima il flusso delle auto, mah! Forse anche data l'ora e il fatto che fosse domenica...Tante donne, del resto e principalmente la manifestazione era dedicata al rispetto per le donne, lavoratrici e non ma è giusto che questo rispetto sia esteso anche agli uomini, insomma questa società tutta è stata vilipesa da Berlusconi e la sua cricca di dementi incapaci se non a pagarsi di che trombare e rubare.


Comunque ci si incammina, si scende verso il Ponte Vecchio, già avevo tirato fuori la sudatissima (a metà) digitale nel tentativo di documentare i cartelli che vedevo issati o indossati...
Naturalmente ho scelto il giorno sbagliato per imparare ad usarla come si deve, no? A metà della discesa sento i tamburi, è il gruppo di percussioni brasiliane made in Florence, i Bandao, scendono a ritmo e mi esalto più di quanto non fossi già. Sono emozionatissima e focalizzata.


 

Ora, avere come colonna sonora una cosa come questa ti mette decisamente di buon umore, si salta e si balla (beh, se sei "sottomisura" come la sottoscritta e sei pigiato da tutte le parti, c'é poco da ballare). 
Naturalmente queste riprese le ha fatte il buon Jonvalli e non la sottoscritta che ha finalmente caricato le foto...

Si indietreggia seguendo il passo dei Bandao e si prosegue, personalmente sono catturata da quel che vedo (sopra le teste altrui...-_-...) c'è un cartello scritto in arabo sorretto da un ragazzo nord-africano e tre suoi compagni non medioorientali...

 Notare i due nomi citati nello stesso cartello, please...     
                                           
si svolta in via Por S.Maria e in qualche modo ci siamo allontanati dai Bandao, ho l'impressione che sia arrivata molta altra gente dal lungarno o da Ponte Vecchio forse è una mia impressione, noto altri cartelli mentre le mie orecchie sono aggredite da pentolini battuti senza pietà o donne che richiamano alla maniera medio-orientale, e scorgo altri cartelli "SEI RIDIHOLO!" oppure una citazione dalla Divina Commedia, attinente visto che questo paese sembra diventato davvero il postribolo di qualcuno...ma anche un semplice -se non erro- "DIMETTITI STRONZO!" oppure "Noi del coro siamo fuori dal coro" Wow!                                                                                                                                   
Avaziamo passin passetto, accennando ai ritmi brasiliani che anche se ormai da una certa distanza si distinguono...c'è tanta gente ed io riesco a vederne solo una minima parte per le solite ragioni...sigh!...giriamo per entrare in piazza della Signoria e da lì in via de' Calzaiuoli ma si sosta un poco così riesco a fotografare una "sandwich lady" con le sue dediche a Silvio! 


Dentro via de' Calzaiuoli ci lascia il Sommo con la prole ma ci dona il suo motto in lascito: "Come Mubarak!" che eseguiremo alla bisogna. Tanta gente anche al lato della strada, un paio di Giapponesi si impegnano a fotografare un bambino vestito da Zorro! Il corteo avanza sino all'incorcio tra il Corso e piazza della Repubblica, l'indecisione è tanta: caldarroste o protesta? No, avanziamo un pochino perchè arriva Camilla l'Erinne...Si, perchè la Furia di Villavillacolle è riuscita a divincolarsi dai carcerieri e ci sta finalmente per raggiungere. Mò trema SiRvio! Avanti per il Duomo poi si gira in via Roma e infine piazza della Repubblica è nostra!! 

                                           Hem...qualità scarsina convengo...

Qualcuno insossa un costume da diavolo (o diavolessa?) C'è già ressa dentro la piazza, quel personaggio che -nn -ricodo -come -si -chiama con la bandiera anarchica (corazon meu), un ombrello rosa con vari cartgli appesi tra cui "Silvio, paga le tasse non le troie!" tanti giovani con reflex al collo o obiettivo puntato, i Bandao si posizionano ad un lato e continuano a suonare ed io rimpiango che per tutto il corteo non gli si sia fatto un gruppettino di risposta con le castagnole (o nacchere che dir si voglia) in stile taratella...Così imparo a non chiedere a Massimo di prendermene un paio quando scende! Ecco!
 Direi che tra i tanti che sono riuscita a fotografare e no, è comunque QUESTO quello che mi ha colpito di più...mi domando se chi lo portasse si riferisse ad un caso personale. Spero di no. 






Ad un certo punto si decide per una puntatina alle Giubbe Rosse (l'è caroooo!!) ma è impraticabile e si volta per l'Odeon Bistrot che scopro non carissimo per essere in pieno Centro, o almeno così mi pare, o almeno non lo è rispetto al Derby...Occupiamo dei tavolini fuori e ordiniamo...Si chiacchera e si ride in stile Bischeri, la serata si conclude tra salama al sugo, porno panda, e sulla pericolosità intrinseca del raccogliere lo sperma da un elefante (rischi di morire per una cazzata. Lettrealmente! Un colpo di pene di elefante ti spedisce all'ospedale!) o di uno stallone...E' buio e ci salutiamo sparpagliandoci per il centro... Manca poco alla luna piena, a casa provo a fotografarla...


Alla prossima anobiani...e non solo...
 

venerdì 11 febbraio 2011

Karima El Mahroug

Poco tempo fa ho letto un post su uno dei blog che seguo abitualmente, normalmente costui non scrive di accadimenti nazionali ma stavolta, diciamo, si è permesso un ragionamento, che apparentemente sembra una cosa buttata lì se non lo si segue da tempo. 
In privato suppongo gli abbiano chiesto se non si fosse indignato per la faccenda Ruby/Berlusconi in cerca di chissà quale risposta da lui. La sua risposta era tutta volta alla ragazza Ruby. Lì per lì perplessa poi ho capito...o almeno credo.
 Ed ho pensato che Ruby ora sta sullo sfondo della cosa che, capisco pure, sta andando ben oltre le trombate del nostro Premier che all'estero tutti NON ci invidiano ma ci prendono pure per il culo!
Ho pensato che a nessuno gliene frega nulla di questa ragazzina che è divenuta solo il MEZZO per far si che qualcuno prenda Berlusconi per le palle ed inizi a stringere (la qual cosa trovo, seppur ritardataria, giusta). E che questa ragazzina è DI NUOVO il mezzo per gli scopi di qualcuno.

Ruby, riassumendo, ci ha raccontato che è scappata di casa da un padre-padrone ed una famiglia violenta,  non ricordo a che età sia fuggita di casa ma immagino che abbia iniziato a "cavarsela" da quel momento. 
Domada n. 1: che significa vivere in una famiglia del genere? Abusata nel corpo e non solo?
 Domanda n.2: che significa perdere la verginità (ricordo ai passanti che non basta una volta) senza volerlo, senza amore e nemmeno la curiosità del sesso? Con violenza e solo per subire attenzioni vomitevoli?
 Domanda n.3: che significa fuggire da una famiglia del genere? E vivere da sole e per sè stesse di conseguenza, da ADOLESCENTI? 
   (Adolescenti, ovvero dai 12/13 fino ai 18...Vi ricordate come eravate in quell' età? Cosa provavate? Come è stata la vostra prima volta?)
Ma la domanda più importante è: qualcuno ne dubita?
A questo rispondo: io no! Perchè dovrei dubitarne? E chi siete voi per dubitarne? 
Vi ci vedo con quel sorrisetti saputo "Si, certo, dai, su..." 
E ammetto che andarsene da Signorini non ti dà un attestato di credibilità (beh, nemmeno dalla D'Urso, se è per questo) ma lei era lì. 
Nella sua vita solo il denaro ed la ricerca di una qualche forma di approvazione tipicamente adolescenziale contano, a questa ragazzina NESSUNO ha dato una educazione basata sul rispetto di sè stessa, sul ragionare su sè stessa...e nemmeno i classici due ceffoni adatti alle cazzate del caso. No, questa ragazina ha subito di ben peggio e solo per la bestialità maschile mirata all'uso della femmina, poco importa QUALE uso, poco importa il COME. 
Come si cresce? Senza veri riferimenti, senza una cazzo di assistente sociale o un cazzo di insegnante che non ti parla? O un adulto qualsiasi col senso del bene e del male, del sano e del malsano?
Sto parlando in via generica e non mi interessano i dettagli: dico e ripeto, SI HANNO le PROVE che questa ragazzina sta mentendo o indorando la verità? NO!
Dunque io prendo per buone le sue parole almeno in via generale e rifletto che lei e il suo corpo sono tutt'ora un MEZZO per altri, il piacere, la violenza ed altri comodi vari per ALTRI. Anche la giustizia, lo ammetto, che non è un "comodo" ma cosa ben più seria ma lei continua ad essere un mezzo, una cosa...
Nessuno parla di questa ragazzina, di Karima, di come abbia vissuto, ce la dimenticheremo presto: è un nome. E' un mezzo. A nessuno gliene frega così come non glien'è mai fregato nulla. Fosse crepata di mazzate perchè voleva portare i jeans o i pantaloni (mi ricordo di un libro che si intitolava "Volevo i pantaloni") saremmo tutti a compiangerla, a condannare i genitori, a inveire contro l'Islam e compagnia bella. Giusto (in parte) ed è giusto attaccare il Berlusconi per quanto fatto, per le sue responsabilità totali...
Ma lei doveva crepare di mazzate per dei pantaloni altrimenti...ciccia!!!

Ruby ha ORA 18 anni e ormai sono affari suoi quel che dice e pensa e sente però io penso a quegli anni in cui adolescente ha fatto e SUBITO ciò che ha fatto e SUBITO, era una adolescente fuggita da una situazione terribile e oscena, non mi si venga a dire che simili cose NON lasciano il segno o non ti plasmano, fuori dai binari del crescere normale, sano, vitale e davvero libero nelle scelte future. 
Con ciò non cerco di salvarla in toto, è innegabile che ha fatto molti errori, è innegabile che la sua vita non è sana così come il fatto che cercando di cavalcare la notorità ha fatto delle cadute madronali. L'hanno fischiata nella discoteca a Rimini e le hanno pagato molto meno del pattuto (non ha fatto il botto, si sa) anche se io penso che se ciò fosse accaduto un anno prima lei non avrebbe attirato fischi e insulti ma applausi e successo. 
Stessa cosa sta avvenendo su Facebook dove ha avuto la "faccia tosta" di aprire o farsi aprire un profilo pubblico dove ovviamente è anche tempestata di insulti.
Non trovo che coloro che commentano in quel modo siano dei geGNI, trovo non siano troppo differenti da chi ha abusato di lei.

Certo è che se le ragioni della sua vita fossero state altre e fossi stata sua madre, le avrei mollati i due classici ceffoni una volta trovatala alla questura ed altri due una volta uscite. I ceffoni che salvarono l'amica di Christiane F. dal buco dell'eroina. 
Ma Karima non ha avuto un ceffone raddrizzatore ma ricevuto ben di peggio prima e dopo esser fuggita di casa e senza nemmeno aver rubato la merenda a scuola.

giovedì 3 febbraio 2011

Muscoli dolenti e pensieri in libertà.

Stamane mentre davo lo straccio in terra, anzi forse mentre finivo di spazzare, ho iniziato a pensarne una delle mie, una di quelle elucubrazoni abbastanza grasse che puntualmente mi si sgranano in mente nei momenti meno adatti ovvero quando non ho nessuno con cui discuterne o che possa farmele ampliare sempre che non mi incaponisca sui punti...
Insomma per quanto mi concerne sia gli Atei che i Cristiani, o credenti che dir si voglia non mi portano alcuna prova tangibile o di obiettiva ragione per cui io possa dar ragione all'uno o all'altro. Sinceramente i Cristiani hanno anni si secoli a cui attingere per convncermi, e delresto è questioe di fede ed è ben comprensibile. Ma gli Atei non mi danno alcuna ragione, perchè sinceramente vedo in loro, seguo commenti su Fb ma anche in altre situazioni su internet, per cui non possa equipararli in fanatismo ai Credenti (quando essi sono fanatici), basta poco una semplice ammissione che subito partono col pezzo da novanta sulla scienza etc etc. e come se la rpendono quando semplicemente sponi delle ragioni tue, arrivando a impobarsi sul fattore "favola". Si perchè per loro è favola. Nulla da ridire, ognuno ha la sua opinione ma tutte le volte che un ateo apre bocca la butta sul disprezzo e con una verve che travalica il buon senso ma anche il rispetto di cui spesso si armano come contrapposizione al Credente.Per non parlare di una certa ignoranza di fondo. Se è pur vero che il Credente spesso arriva alla autentica rottura di palle con sermoni da barsport che rasentano l'analfabetismo spirituale che religioso in sè è anche vero che non mi è mai capitato un credente che entrasse in un qualsivoglia post o link o che so io facendo anatemi, predicando o cose simili, ma puntualmente gli atei si permettono di andare nei post, nei links nei quel che vi pare dei credenti sfottendo, imprecando ed insultando. Di che rispetto stiamo parlando, dunque? Capita che il Credente abbia degli argomenti ed argomentazioni del tutto degne e dignitosissime ma mi si deve spiegare perchè l'Ateo non sia spesso all'altezza...O almeno a me non è capitato di trovarne. L'Ateo spesso si rivolge alla scienza ma sinceramente vi si aggrappa manco fosse una nuova divinità...e dunque la differenza? Almeno la divinità effettiva ha i suoi riti, le sue cadenze addirittura gli antidoti a sè stessa ma chi si getta armi e bagagli nella scienza? C'è un limite alla scienza, anzi due: uno è che la scienza è imperfetta, materialmente è in continua evoluzione la seconda e più importante è che la scienza pura non esiste, o almeno non esiste più se mai lo è stata. La scienza è spesso in mano ad industrie e mercati di cui non abbiamo controllo nè economico nè etico, inoltre la scienza è macchiata di non poco sangue, basta solo pensare alle tragedie nate sotto il Terzo Reich ma che ci hanno dato scoperte come il vaccino alcune malattie sperimentato su pazienti ritenuti inferiori, indegni di vivere ma che almeno fossero utli.
Anche la religione è sporca di sangue, si, o forse lo sono i religiosi? Dio non esiste perchè ci sono malattie terribili! Dio non esiste perchè ci sono le guere! Dio non esiste perchè ci sono persone che muoiono terribilmente e dopo sofferenze indicibili.
Le malattie ci sono anche nel regno animale e fanno parte della vita e della morte, anche i primitivi lo sanno ma non stanno a rompere le balle al prossimo e cercano rimedi materiali e non per curarsi, se nella società evoluta vi sono queste tragedie forse è il caso di interessarsi di più di dove vanno a finire i soldi pagati in tasse o rivedere come le industrie decidono chi o cosa vada curato o vada sotto i vetrini degli scienziati. Le guerre hanno motivazioni simili, chi vota chi scatena le guerre? I nostri soldi finanziano le guerre basta già darli alle banche. Forse è il caso di decidere a chi dare i nostri risparmi, per iniziare. Le persone muiono per i  motivi più vari e per lo più soffrono per gli stessi, non si è data maggiore attenzione a quella impalcatura, non si è badato che in quel quartiere vi fossero luoghi di incontro e interazione tra persone, si è distrutto un parco verde piuttosto che aggiungerne un altro, non si è seguito quel ragazzo o quella ragazza così da capire se vi fosse del disagio sociale, non si è fatto abbastana per sradicare il maschilismo, il patriarcato, la violenza all'interno della famiglia, per abbattere la piccineria del singolo, la mediocrità e l'egoismo degli adulti che si riversi poi sui più piccoli o i più deboli...Mi si spieghi che c'entra Dio con tutto ciò?
La divinità non c'entra con la stupidità delle persone, sopratutto se si va sulle letture sacre per motivarla, questa stupidità. Perchè non si è andati a cercare le motivazioni della bellezza, del bene, della comprensione...Inutile dire che le radici del male sono lì perchè se si cercano quelle, quelle si trovano. 
Noto che spesso l'Ateo non sa molto della religione che attacca, è tutto un calderone in cui anti-clericalismo si mescola e confonde con Ateismo, senza distinzioni. Eppure, contro la distinzione sociale, di razza e di genere, le parole ci sono basta cercarle. Leggere le scritture senza sapere la storia e ciò che serve a sapere di cosa si sta parlando è già un passo sbaglaito, immagino che non si sappia il motivo per cui spesso i Samaritani sono nominati...non è un caso. Effettivamente un Ateo ignorante mi fa senso quanto un Credente ignorante, invero sarebbero da temere entrambe.
L'Ateo poi si dichiara laico, diritti umani etc etc..A parte il fatto che di laici maschilisti basta ben grattare e se ne trovano, eccome!! Ma non sarebbe il caso di ricordare che i diritti umani spesso hanno avuto radici religiose? Non èche un giorno del secolo 19esimo un tale s'è svegliato e dichiarando il proprio ateismo s'è inventato i diritti umani! Anzi, spesso è ad etiche religiose, a radici cristiane più antiche che si attribuirono scoperte o riscoperte di tali diritti. A volte radici non cristiane...ma i Greci ed i Romani erano Credenti! Ok, avevano divinità preposte a varie cose e occasioni, con attributi e miti a dir poco mirabolanti e fantastiche (non nel senso di "fantasioso") eppure tali divinità erano oggetto di fede, devota, pia, e di riti che andavano dai digiuni, all'osservazione del silenzio in certi giorni, di abluzioni, pellegrinaggi, gesti e meditazione! Mantra greci! Esercizi di respirazione e meditazione come nell'Induiso e nel Buddismo! E pensare che hanno cercato di farci credere che i Greci fossero dediti ad orge, incesti, omosessualità sfrenata e alla ragione più razionale. Ovvio che si! Perchè non doveva? Essi crearono la democrazia anche se esercitavano la schiavitù più pesante, ed il maschilismo più retrivio! 
I Maya o gli Atzechi erano grandi scienziati del cielo e della matematica, anche della chirurgia (per l'epoca), non avevano la ruota, ma celebravano grandi sacrifici di sangue, organizzavano guerre per la catttura dei prigionieri da sacrificare, erano conquistatori. Eppure erano devoti ai loro dei, i sacrifici non avrebbero potuto evitare le vite umane, che fossero i prigionieri o fanciulli prescelti per esser mandati dalle divinità (nulla di più prezioso della vita quindi che altro se non la vita si dona alla divinità?) Eppure 'sta gente ha inventato lo zero se non erro! E sistemi di calcolo precisied un orologio-calendario altrettanto preciso.
La Costituzione americana è tra le più avanzate che vi siano o che vi fossero all'epoca, certo fu seguita da quella francese e dalla Carta Magna MA resta il fatto che l'apice delle Costituzioni del mondo occidentale sia quella americana...Scritta, redatta e approvata da persone religiosissime, devote.
Non mi torna 'sta faccenda, l'equazione Religioso=Ignorante.Non mi torna 'sta equazione Religioso=Superstizioso.
Durante la Rivoluzione Francese le donne furono partecipi si, per poi vedersi relegate di nuovo attorno al focolare domestico. L'unico momento in cui si son viste nominare equamente è stato durante la Comune parigina del 1872.
Sotto la Rivoluzione russa e il governo sovietico successivo il destino delle donne comunque veniva deciso da uomini e così fu a lungo anche politicamente non si hanno figure femminili di rilievo pari ad un Lenin o poco meno.
Ma a me non torna nemmeno l'equazione Ateo=Ignorante.
Non mi torna nemmeno l'equazione Ateo=Senza Valori.
Durante la Cristianità le donne a volte videro giungere livelli di disprezzo verso l'essere femmina tali da spinger i maschi verso la pedofilia o l'omosessualità al punto che in certe città si crearono bordelli rimediare.
Santa Cristina da Siena disprezzava la maternità al punto da renderla raccapricciante ad una amica che in una lettera le annunciava d'esser gravida.



Non è che tutti hanno ragione ma nessuno ha torto!