domenica 27 febbraio 2011

Feci uno, faccio due!...

O com'era magro l'Haber! Certo, il Montagnani stava bene nella parte del Necchi, anni dopo la morte del poèro Perozzi. Che ha anche un impermeabile più bello che nel primo film, forse perchè son ricordi e nei ricordi le cose son un pò meglio. Sarà per questo che, a distanza di anni, un pochino 'sto secondo atto mi ha delusa. E' del 1982 e purtroppo, si vede.
 Avendo visto il primo Amici Miei era d'uopo vedere anche il secondo e alla fine ci son riuscita. E sempre in streaming.
Si va per episodi in questo film, andando avanti ed indietro tra presente e ricordi, escamotage per riproporre il Perozzi -sempre interpreato da Philippe Noiret- e si inizia con un ricordo del '66 in cui si ripropone sia la moglie che il figliolo, qui bambino si, ma parecchio stronzo e viziato più che rompiballe.
Ed è qui che un pò mi cascan le braccia: se Montagnani va benissimo nella parte di un Necchi degli anni '80 -dunque 7 anni dopo la morte dell'amico- non va altrettanto bene se è presente ugualeuguale nel '66 e lo stesso vale per gli altri e sua moglie...non parlo solo dell'abbigliamento che sotanzialmente è immutato dagli ottanta ai sessanta, ma proprio fisicamente non vi è nessun passaggio nè mutamento sopratutto tenendo conto che ormai sono tutti avviati verso i sessant'anni. Sono agèè e si vede.
Fa un pò male questa trasandatezza anche nei luoghi ove si svolgono certe cose la sede della Nazione, sempre per il Perozzi, che non aveva quei ripiani illuminati negli anni '60 e si vede che sono ambienti "moderni" e lo stesso vale per la clinica del professore Sassaroli che non è certo quella del '66 nè quella in cui lo incontrarono nel '75 -ed è pure una bella incongruenza.
Il film parte e continua un poco mollemente ma meravigliosa è la scena del battesimo nonchè della processione in costume del Melandri ravveduto e converso. Benedetto figlio di buona donna d'un Rambaldo. Per non parlar della scena dell'Alluvione (nel '66) che è un legame al primo film "O brutta imbecille! E Gesù per far restare vergine una come te e affoga tutta Firenze?"
Ed il Conte Mascetti si scopre allora vivesse in via dell'Ardiglione (o almeno gli somiglia e sebbene sia ricostruita) che non sapevo fosse su un dosso...ma forse era una battuta per tranquilizzare il vicinato...Certo che "l'appartamento" del Conte è troppo simile a quello che -sempre nel primo film- gli viene "elargito" dagli amici dopo un continuo girovagare di casa in casa e tra l'altro sito in tutt'altra zona, anche se non ho capito quale.
Mi sembra vi sia più cattiveria, in questo atto secondo, molta di più tenendo conto che c'è di mezzo anche una violenza sessuale su minore (e minorata...beh, certo furba non è) e per il resto il film è un rinverdire delle situazioni presenti nel primo film: tipo che al posto delle zingarate nei paesini c'è quella alla torre di Pisa. C'è anche la supercazzola al solito vigile che evolve poi in un'altra scena ed una volta tanto il vigile tanto bischero non è.
Il Necchi qui non è che ne esce benissimo, a parte che cornifica la moglie con cui lo avevamo conosciuto avere un bell'intenersi ed un lutto in comune...ma anche lei poi cade in tentazione...Insomma, questa novità un pò mi dispiace.
Sarà per i 7 anni che son passati, sarà che i tempi son comunque cambiati e per la necessità di trovare nuove zingarate, ma sembra che il ritmo del secondo atto sia più lento, il ritmo è più pesante...imbolsito come i protagonisti?
E Firenze? Firenze qui è più luminosa, forse primaverile là dove il primo era autunnale e un pò crepuscolare qui la trovo defilata, quasi scomparsa e anche in questo film ho cercato di riconoscere i luoghi  ma a pare S.Miniato ed il cimitero, una fugace apparizione del Piazzale Michelangelo o l'altrettanto fugace Piazza de' Ciompi, non c'è un granchè...è un pò anonima ed è strano per il periodo in cui ancora aveva legami popolari come nel '75. E se la casa del Necchi è ancora in S. Spirito dov'è il suo bar che è anche ristorante e sala da biliardo? Boh! Ma non è più S.Spirito di sicuro. Giusto per continuare coi legami col primo film troviamo un altro vecchino stronzo ma è Paolo Stoppa! Pragonato a lui il tirchio (e ladro) Righi è un monello, Paolo Stoppa mette in scena uno strozzino, una vera carogna!! Tanto che i nostri quasi potrebbero soccombere.
Per certi versi il finale è ancora più triste di quello con la morte del Perozzi durante il cui funerale si cerca di commettere l'ultima zingarata tutti assieme, in un qualche modo. Ma l'infarto che piglia il Conte Mascetti e lo renderà perennemente invalido ha un che di irrisolvibile, anche se dà a lui e la sua famiglia finalmente un tetto, perchè non ci son scherzi da fare per risollevarsi e commettere l'ultima zingarata, lo dice il Conte: era un essere inutile ma libero ora vogliono per forza renderlo utile e prigioniero.
La chiusa è drammatica al massimo, sulla sedia a rotelle il Mascetti partecipa ad una gara per handicapati su sedia a rotelle, incoraggiato dagli amici che acclamano tra le lacrime e il fermo immagine ci offre il viso storto dall'ictus...E' la fine di un epoca.


E proprio per la fine di un epoca, perchè alla fine il film, io credo, parli di questo, tremo all'idea di vedermi l'Atto Terzo che tanto mi sa di preludio ai cinepanettoni. Agh!

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