giovedì 19 gennaio 2012

6 Gennaio 2012. Ascesa a Monte Morello pt 2. Quella seria!

L’ Ascesa a Monte Morello era in programma da un pò. Era un ”prima o poi si va” in attesa di esser realizzato…Rispetto alla prima volta che comunque prevedeva la meta al Rifugio di Gualdo, questa volta si trattava di camminare sui sentieri più montani e di arrivare sopratutto in cima anzi, alle TRE cime.

E’ Venerdì 6 Gennaio. La preparazione della sottoscritta è stata accuratamente ponderata, nulla è stato lasciato al caso: i pantaloni alla zuava di velluto a coste beige, così tipicamente da montagna, questa volta dovevano collaborare a tener caldo il corpo e non solo a far sentire la parte trentina della sottoscritta realizzata, naturalmente indossavo le inseparabili calze di cotone gamba lunga a righe colorate; dolce vita violetto 100% cotone sopra a maglietta intima a mezze maniche anch’essa 100% cotone, vecchio golfino blu di lana mohair (ben 20 anni di decorosa attività) e giaccone in tessuto particolare di cui non ricordo il nome…Ha la particolarità  che SE fa freddo e stai fermo congeli SE ti muovi (leggansi “fai sport”) ti tiene al calduccio! Ai piedi i miei scarponcini da trekking che il mio amorosissimo Lui mi ha regalato per Natale. Mai avute scarpe più comode da una decina d’anni a questa parte! Naturalmente questo era il loro battesimo ufficiale! La preoccupazione di Lui era che potessi sudare troppo di qui l’abbigliamento…Non ho sudato in compenso non ricordo di aver subito un vento da tormenta siberiana in tutta la mia vita, sopra tutto una volta raggiunta la cima. Ho il zainetto azzurro che mi ha prestato altre volte: cellulare, portafogli, panini, salviette e tovaglioli di carta a iosa…ed un paio di scarpe inutili per la montagna che mi dimentico di lasciare in auto!

La giornata era assolata ma ventosissima e noi siamo partiti di mattina ma ad un ora in cui (a detta di Lui) Lui era solito TORNARE a casa da simili gite. Terrei a far notare che la sottoscritta lo AVEVA detto di andare a dormire ad un ora un pò più decente! E che era quasi sveglia già di buon ora anche se ci ha messo un bel pò a stiracchiarsi e NON era assolutamente sola in questa attività!

Comunque giungiamo al parcheggio e ci incamminiamo con la fonte che ci da il benvenuto e ci saluterà al ritorno.

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Lentamente saliamo e per un pò non sento la stanchezza alle gambe nè il fiatone anzi, soffro il freddo per le folate di vento gelido che arrivano. E mi scappa anche pipì! Scopro che alcune zone di Monte Morello son vietate alla caccia ma subito seguono zone dove si addestrano i cani da caccia medesimi…Boh!… Per ora siamo su un sentiero bello ampio e Lui mi indica la cima su cui dobbiamo arrivare. Non si vede in foto ma c’è una grande croce di metallo (stile traliccio) dipinta di bianco.

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Ci inoltriamo nei boschi seguendo il sentiero Crai, non ricordo quale ma per ora è di quelli relativamente facili, un pò impegnativo più per la pendenza che altro…Comunque la sensazione che siamo soli nei boschi è fortissima, supportata anche dal fatto che la natura è incredibilmente silenziosa!! Non si sentono uccellini nè altro…Oddio, dei stridii ogni tanto si, non so quali uccelli siano ma si odono di rado. Il sole caldo filtra tra gli alberi addormentati, non mi accorgo che non ho freddo e le gambe lamentano per lo sforzo ma è nulla a quel che sentirò più avanti. Eppoi il sentiero che recentemente è stato sottoposto ad ampliamento e “pulizie” è si sassoso ma nulla di così difficile, la salita è ancora tollerabile. Ci fermiamo e trovo della deliziosa edera su un sasso: è un punto sosta creato dalla forestale mentre lavoravano ma si vede che è per tutti. Tracce di mandarini e di potature di abete, peccato non esser passati di qui per Natale…quei rami sarebbero stati perfetti.

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Il sentiero su cui proseguiamo ci porta in orizzontale, è stretto e si va in fila indiana a discapito dell’ inesauriBBile desiderio di Lui di tenerci permanentemente per mano! Il sole penetra di più tra gli alberi spogliati delle foglie e trovo un pungitopo! Se ne sta lì, a bordo del sentiero, un pò coperto dal pagliericcio smorto, verdeggiante che sembra finto con UNA bacca rossa UNA che sembra finta pure lei! Tiro fuori la diGGitale scatto per l’ennesima volta.

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Più avanti scatterò ancora, trovo tracce di vita animale: cacca con dei nocciuoli di origine sconosciuta…che scoprirò essere ginepro! Persi nel tempo chiaccheriamo ma intanto la salita si inclina e giungiamo a… Un albero di Natale!! C’è una radura e ci salgono persone apposta per addobbare l’albero!! E’ bellissimo!!! Il posto in sè è comunque carino!!

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A questo punto inizia davvero la durezza del cammino. Tenete da conto che sottoscritta non fa attività fisica seria da una quindicina/ventina d’anni ad esser ottimisti, che la sua parte montanara è sopita da molto più tempo e quindi la consistenza del tessuto muscolare delle sue gambe, le cosce in particolare, ha la consistenza della gelatina!

E dunque saliamo! Il fiato si fa pesante, pesantissimo, e dopo qualche metro già le cosce iniziano a dolere. Dopo un pò mi fermo, i polmoni pompano come locomotive ma è il dolore che mi obbliga alla sosta, intorno ci sono ancora alberi ma iniziano ad avanzare ai lati arbusti di ginepro e di rosa selvatica con le sue bacche rosseggianti…Salgo e insisto, sotto le suole radici e pietre insistono a loro volta, c’è fango sodo e Lui mi suggerisce di uscire dal sentiero per evitarlo, per non scivolare, cammino su zolle sempre più invadenti e gli alberi si stanno già ritirando prima di vederci letteralmente circondati da ginepri e roseti che si acquattano dietro i primi Lui mi fa una rivelazione: siamo sul Sentiero del Pensionato!! Salendo sarà un pò meno impervio (Bah! Mica tanto) ma intanto IO mi ringalluzzisco tra un boccheggiamento ed un gemito perchè è uno dei sentieri non ufficiali –o meglio non-Crai- più difficili. Pietre che lastricano nel verde, fango che mi rifà le suole dei scarponcini Quechua, le zolle su cui cammino mi sembrano più scivolose del primo ma mi affido all’esperienza del mio amore. Siamo quasi allo scoperto, tira il vento ma il sole batte. Giungiamo alla prima vetta che saranno le 14, più o meno. C’è una croce di travi issata nel 2010 e sostituisce una vecchia. Prima di noi è già giunta una famigliola, stanno accendendo un fuoco fumoso, ci spostiamo più in là e ripreso fiato osservando il panorama bellissimo dietro il monte si decide di scendere per proseguire, il vento è impietoso, gelido, qua e là un leggero strato di ghiaccio.

La seconda punta è un pò anonima, io non avevo nemmeno capito che era una punta, comunque per tutto il cammino siamo all’ombra e al freddo, il fango sodo e fradicio, scendo con cautela e saggio il terreno e uso le pietre come scalini, laterale rispetto al sentiero vero e proprio che non è sicurissimo, sterpi e rovi anche più alti di noi.

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Bacche che non so riconoscere e più avanti, in un bosco un altro pungitopo solitario con bacca rossa altrettanto solitaria…

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Quest’altra cima è quella vista da sotto, col la croce di metallo dipinto di bianco,. C’è una ragazza seduta sull’erba con un plaid che lì per lì non noto, saluta timidamente poi giunge un ragazzo e dalle poche parole capiamo siano Americani o Inglesi, come loro ci mettiamo al sole ma più in là, su una sorta di poggio stopposo che offre un panorama simile al precedente: valli e monti, autostrade e paesi…Lui mi indica un Sanatorio –lo si distingue bene, è rettangolare, lungo con le finestre tutte uguali- dice che è degli anni venti e ospitò feriti anche del Primo Conflitto. Naturalmente è abbandonato e inagibile ma spero di potermici intrufolare un giorno. Riprendiamo a scendere, a questo punto siamo sulla strada del ritorno anzi, sempre sul Sentiero del Pensionato. E’ difficile ma io mi ci trovo bene, mi piace, a tratti occorre voltarsi e scendere poggiando le mani da qualche parte ma vado tranquilla. Attraversiamo una zona quasi spoglia, moltissimi sono gli alberi abbattuti e che offrono uno spettacolo preoccupante; stanno marcendo ma non è quello, il fatto è che il tronco è letteralmente crivellato di buchi: un qualche parassita si è sgranocchiato il tronco spesso uccidendo l’albero (ve ne sono ancora in piedi ma evidentemente morti e non addormentati per l’inverno e del resto stiamo parlando di abeti) gli abbattimenti mirano, immagino, a ridurre il danno ed il pericolo per i passanti. Intanto però ‘sti tronchi li dobbiamo anche scavalcare! Lui mi ha fatto una serie di scivoloni preoccupanti…un pò sfotto perchè IO nemmeno uno e l’esperto che si è avventurato da quelle parti anche in pieno inverno e con la nebbia che non ci vedevi oltre il naso, è Lui!! Però, non fosse per il freddo cane, con la nebbia quei luoghi mi incuriosirebbero molto! Alla fine giungiamo ad un incrocio, il Sentiero del Pensionato prosegue di sotto mentre lateralmente c’è il Sentiero 11 –credo- del Crai e Lui –PAVIDO!!- decide che è più pratico quello! A nulla valgono le mie vibranti proteste! E proseguiamo in fila indiana per il rassicurante Sentiero 11!! Puffui!!

La discesa è ormai alla fine il piccolo sentiero si è allargato, scendiamo tranquilli mano nella mano e per una piccola deviazione per visitare il Cippo dei Partigiani: perdonerete la mia ignoranza se non ho idea di quale massacro si sia svolto da quelle parti ma visiti il memoriale volentieri e leggo i nomi ed i soprannomi dei defunti.

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Qualcuno ha inciso sulla lastra di metallo “Duce Merda”. Approvo ma mi fa schifo che un cretino esterni il suo anti fascismo rovinando un memoriale per un idiota narcisismo che ben pochi comunque leggeranno! Penso solo che potrebbero fare un minimo sforzo in più per curare il posto visto che i resti artificiali della vecchia corona son stati buttati dietro la stele manco vi fosse una discarica. Nei dintorni e nemmeno nel parcheggio c’è un cassonetto, in compenso un pò di monnezza sparpagliata qua e là dove si parcheggiano le auto.

In auto mi scaldo pian piano e sento distintamente che dovrò farmi una doccia calda ma non per un sudore che tra l’altro non sento ma per la temperatura corporea che nonostante il riparo dal freddo serale che incalza e quello del vento siberiano che insiste, sento che sta scendendomi. Poi un the, una cena e tante coccole post film!

SSSNOOOORRRR!!!

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