venerdì 1 luglio 2011

Riassunto delle precedenti puntate....Di pupe e di rotelle...

Giovedì 30
Ultimo giorno con la Puponzi che cresce e, se mai la rivedrò a settembre, mi domando quanto sarà e come cambiata. Bisogna dire che c'è una cosa che mi ha lasciata allibita: il sorriso di convenienza. Avete presente quando si deve tendere un sorriso, magari anche ridacchiando, per farsi vedere contenti? ESSA lo fa! Magari anche sollevando appena la palpebra inferiore dell'occhio più prossimo a te.
Un espressione che dice “Ma quand'è che se ne va questa?” Oppure “Ah! Ma resta?” Magari anche preannunciata da un espressione seria e leggermente imbronciata. Ed io che mi ero illusa!
Ovviamente son partite le solite proteste da lamentatrice “Genitrice, come potete pensare di abbandonarmi in cotali frangenti con costei!” “Destino crudele, quand'è che arriva la signora Madre??” (leggansi Nonna)
Ovviamente son di prassi, quasi una abitudine, se non addirittura una questione di principio, tant'è che poi Puponzi si adegua, abbozza, e se vogliano profitta pure come oggi che ad un certo punto ha PRETESO tramite i soliti mezzi a lei congeniali che la si spingesse sul trenino per il corridoio, la cameretta e la cucina. “Orsù, spingete il mezzo per la casa! Quanto meno impegnatevi nell' intrattenermi!” Il problema, se vogliamo chiamiamolo così per semplicità, è che c'era anche il fratellino che evidentemente ha sviluppato una simpatia per me...(Oh! Mai al di sopra dei trenta, eh??Non sia mai che mi faccia male!) quindi anche lui, a suo modo, PRETENDEVA attenzioni, con le figurine, gli albums e tutte le cose che c'erano da leggere in essi o da commentare e -lui- da narrare a proposito. Difficile con una Puponzi che tutto d'un tratto ritiene che, visto che son lì, quanto meno la si tenga in debita attenzione (e non è che gliela si neghi, anzi...) ma alla fine si trova il compromesso: un giro di “Tutù” ed una sosta a leggere l'album delle figurine e via così, Puponzi accetta semplicemente sedendosi quando vede il fratellino sedersi a sua volta ma guai perdere il minuto/secondo perchè inizia il mantra traducibile così “Mi spingete su 'sto tutùù??” “Mi volete spingere su 'sto tutùùù??” “Volete spingermi su 'sto piffero di tutùùù, si o no?” e via in crescendo anche di volume!
Il “tutù”, detto anche “chuchu”, è la locomotiva-giocattolo guidabile a energia podalica e oggi ho scoperto guai a guidarla al posto suo! O almeno il fratellino non doveva...non la credevo così possessiva. Certo è che se si tratta delle cose degli altri...No, pane al pane vivo al vino, se le si dice che quella cosa O è del fratellino O non deve toccarla bisogna dire che obbedisce, se ne deduce che oggi le girassero.
E comunque, una volta che suona il campanello che annunzia l'arrivo della signora Madre, ovvero la Nonna, l'è tutto un rilassarsi e divenire propositive ed attive convinte ed un “ciao lella” oppure “ciao bella” non è chiaro ma è chiaro il sottinteso “Lei è congedata, se ne può andare! Addio!”
Mi mancheranno gli occhioni scuri ed una personalità mica da poco e che mi fa domandare come sarà da grande, se qualche imbecille non la rovinerà inculcandogli insicurezze.


Il giorno prima, Mercoledì, sono uscita quasi di corsa per una inaspettata cena in compagnia, con un finale che definire sorprendente è dir poco. Il ristorante era delizioso, è in via Pisana, gli interni sembrano proprio un vicolo (napoletano, direi) con tanto di panni stesi, vecchie insegne pubblicitarie, pavimento in pietre irregolari, vecchie sedie riverniciate, cartelli di negozietti, persino una finta edicola con tanto di madonna con bambino, e la finestra dello scantinato illuminata , la mobilia di servizio era in tono, verniciata anch'essa su uno c'era persino una vecchia cassa, di quelle meccaniche, la porta che portava al bagno aveva l'insegna -vecchia o finto vecchia- di una mescita di olio ed un piccola targa (vera, direi) a indicare il bagno aveva anche un numero civico, quasi tutte le porte interne l'avevano. Assolutamente delizioso. La pizza era ottima col pomodoro fresco, la ricotta nell'orlo rigonfio e la provola fusa...certo, visto il caldo umido di questi giorni si poteva anche evitare un piatto caldo anche se all'interno si stava da dio, né troppo fresco né tiepido: temperatura un pochino sopra l'ambiente.
Si è parlato del più e del meno con le solite interruzioni che deviano il discorso, un po' di nervi (sua) da post operazione alla cataratta e quel cerotto che doveva trattenere la benda che si staccava in continuazione. Eh bè! Si sopporta...Siamo andati nella casa che lo ospita vuota e tutt'ora mi domando quanto fosse voluto o meno, secondo me è stata improvvisata ma stranamente ho “ceduto” per quanto fosse l'ultima cosa che mi sarebbe passata per la mente almeno quella sera eppoi un po' di dolcezza non la si nega a nessuno e per fortuna è stata anche ricambiata. Un breve diversivo fatto della solita mezza complicità che c'è tra ex che si son -in un certo senso- anche dovuti lasciare...Due cose ho apprezzato: la sua schiettezza ma con tatto nel dirmi di non farmi seghe mentali su quando eravamo assieme e quel gesto carino di volermi riaccompagnare almeno per un tratto nonostante la stanchezza ed il sonno (e un antibiotico in corpo) arretrati (12 ore T.-Bologna-Firenze) e mentre ci si allontanava nelle rispettive direzioni, chiamarmi per dirmi “Mandami un sms quando arrivi a casa” Ancora più apprezzato.
Grazie mio ex...

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