domenica 29 maggio 2011

Ritratto in seppia, Isabelle Allende.

Certo, con me, l'Allende parte avvantaggiata perchè sono cresciuta ascoltando storie -fiabe o racconti dell' infanzia dei miei genitori, sopratutto mia mamma- e delle loro famiglie ed il mio orecchio è sensibile a -normali- saghe familiari, se non per il fatto che si son svolte più o meno durante il periodo dell'occupazione ed è un periodo, quello, di cui è difficile non aver qualcosa di cui narrare: altri tempi, altre vite, altre genti...quasi tutte in salita e nella norma. Nessuna fuga alla ricerca di amori impossibili, nessuno scontro con le autorità morali della società o della famiglia, nessuna complicità con persone eccezionali che abbiano influito su vite altrui...se non si contano piccole eccezioni tipo i furti di mio zio e mia zia ai danni dei Tedeschi ed in favore del mercato nero ma non a loro favore e la testardaggine di mia mamma nell'andare in chiesa coi pantaloni in pieno inverno con tanto di neve alta, il prete che la cacciava fuori e lei che rientrava dalle porte laterali, la prima a sposarsi con un merdionale (mio padre, si ma i Sardi non sono meridionali) criticata ed avvisata del peggio praticamente istituì un "trend" al paese sia in materia di abbigliameno che di matrimonio con le dovute derive: tipo la tizia che indossava pantaloni tanto aderenti che mia mamma le disse che non sarebbe arrivata "intera" al matrimonio oppure quella che si sposò con un Siciliano. Oppure cose più carine tipo la slitta con cani pastori che il mio nonno materno fece ed addestrò in modo che mia zia e mio zio fossero portati a scuola, con le entrate separate per Italiani e Tedeschi, e che i cani rietrassero solo quando i due bambini fossero entrati dentro l'edificio...O lo scontro con le beghine del paese con mia nonna -credo oppure era la mia bis nonna?- per aver osato stendere le mutande lavate e la frase topica con cui la mater rispose alle signore in questione "E le vostre che nemmeno le portano?" 
Quotidianità e ribellioni d'altri tempi di donne di altri tempi...



Ma dicevo, l'Allende parte avvantaggiata con me un pò per il motivo prima scritto un pò per l'ammirazione e simpatia suscitate con Afroditia ed i suoi ricettari erotici, narrati con ironia e classe e per questo ancora di più apprezzati ed amati...ed ammetto in attesa di applicazione almeno di quelli più semplici ed alla mano... 
Per pura pigriza ammetto che da tempo avrei dovuto prender altri libri di questa signora ma ammetto anche una certa indecisone da quale iniziare, questione presto rimediata e senza saperlo, da un amico del mio ex inquilino che mi ha regalato per Natale questo "Ritratto in seppia" che già a pagina 24 mi ha letteralmente ammaliato. 
Isabel ci inizia a questa avventura con un parto, un parto difficile e dall'esito letale, in un luogo esotico, la Chinatown di S.Franciso (luogo esotico d'Occidente per eccellenza a mio parere) che dà alla luce la voce narrante di questa saga, seguito di "Figlia della fortuna" e precedente "La casa degli spiriti" che credo saranno destinati alla mia libreria in futuro...Inizialmente questa voce ci svia narrandoci di un capitano e del suo ultimo compito: il trasporto di un letto monumentale ordinato a Firenze fino alla casa di tale Paulina Della Valle, matriarca immigrata cilena con un istinto per gli affari non comune e dal carattere tanto vanitoso e capriccioso quanto la sua volontà indomita e impossibile da piegare anche nelle più tremende avversità, una donna che dirige e dirigerà da quel letto tutto sirene e nettuni e creature marine, il suo impero economico anche se coperta da un marito poco avezzo agli affari ed alla fedeltà coniugale ma comunque dalla sua parte ed una famiglia assai in vista e non solo per l'appariscenza tutta latina ma mai volgare e della matriarca e della sua magione. Il letto matrimoniale attraversa San Francisco ed è una vendetta da sbattere in faccia alla mantenuta di suo marito, vendetta che non riuscirà molto ma che per tutta la vita Pulina non rimpiangerà di aver fatto...se non poco prima di morire e di veder morire il proprio primogenito accudito proprio da quella antica rivale.
La nostra voce narrante, Aurora, ci svia apparentemente narrando -e non solo- di questo capitano e della sua esigente cliente ma anche di altre persone che sfidando non poche convenzioni per amore, e sempre per amore, si uniscono e generano figli che spesso son incroci di razze agli antipodi ed specie all'interno delle loro stesse comunità; suo padre è proprio il primogenito libertino di Paulina il quale si infervora di una bellissima fanciulla frutto dell'eccezionale unione tra una inglese ed un cinese ed Aurora stessa crescerà per cinque anni in seno a quella famiglia che vive nella Chinatown per poi esser presa sotto la tutela della nonna paterna in seguito ad un lutto...Nella sua stessa vita  passeranno persone dalle più varie genìe come il medico figlio di immigrati russi incontrato in Inghilterra, o il primo ed unico marito di Aurora, discendente di hidalgos spagnoli che vive in una regione dove la fede cristiana più conservatrice -la regola in Cile- si mescola con le credenze indie pre colombiane ed i suoi rimedi. 
Bisogna dire che non c'è una e solo una donna ordinaria in queste saghe, in questi intrecci incredibilmente ampli e meticolosi che cuciono insieme razze e nazioni e cuori agli antipodi, è anche un pò pesantuccio alla fine anche perchè difficilmente vi sono uomini mediocri, o violenti o semplicemente vili (diciamocelo, sono anch'essi tutti eccezionali, e tutti molto nobili d'animo) alla fine anche il più discutibile di essi cercherà di redimersi con chi di dovere -e sempre una donna o una fanciulla-  ma anche in vita difficilemnte vi era un quanche tono di condanne varso costui. Difficilmente la protagonista ha a che fare con la brutalità sopratutto verso lei stessa (come donna intendo) anzi praticamente mai e diciamo che ha avuto un bel culo!
Donne eccezionali e non è una parola scelta a caso ed usata con superficialità perchè stiamo parlando di un lasso di tempo tra il 1862 e il 1910 circa.
Donne che si intrecciano con uomini a loro volta eccezionali, a volte anche in seno alla loro stessa comunità che decidono di seguirli allontanandosi dalle proprie radici, a volte accade il contrario come nel caso di Paulina Della Valle che in procinto di ripartire in Cile si risposa col suo affezionatissimo e fedelissimo maggiordomo inglese il quale reggerà assieme a lei le redini di una famiglia e di un impero attraverso i marosi della nazione stessa.
Donne come la nonna materna di Aurora, all'inseguimento futile del suo primo amore, una fuga in solitudine e gravida di un figlio, attraverso una nazione, e che si rivelerà infruttuosa nel suo scopo  ma la forgerà per il prossimo vero amore assolutamente più anti convenzionale del precedente. Aurora stessa, parte cilena, parte cinese, seguirà le orme di queste donne -e uomini poichè, ripeto, anche gli uomini qui sono pregnanti e quasi mai semplici presenze- eccezionali che direttamente o indirettamente le segnano la vita e questa storia da lei narrata è anche il percorso per riannodare fili di sè stessa, recuperare parti di sè perdute nell' infanzia cresciuta nell'amore si ma senza una vera madre ed un padre amorevole seppur non biologico. E' cresciuta da nonni amorevoli e straricchi ed anticonvenzionali ma non possono curarla dai suoi incubi che hanno radici ben precise e che verranno alla luce, lenendo il tormento da essi, proprio seguendo e narrando questa saga di donne e uomini segnata e fermata da fotografie attraverso le quali essa da sempre cerca di risolversi, si scavare in sè attraverso gli altri, spesso attraverso il dolore o la sofferenza degli altri, degli umili per lo più...
Infatti il percorso attraverso la fotografia -e sè stessa- ad un certo punto predilige immagini degli ultimi della terra come contadini, operai, donne del popolo e circensi, a volte in concomitanza di momenti essenziali alla sua crescita e in occasioni storicamente importanti come scioperi di massa; attraverso la fotografia Aurora scopre pian piano in sè un occhio datole da una intimità cui riesce ad accedere, fondamentale e che necessiterà di allenamento a lungo e tormentato emotivamente con cui arrivare a svelare e svelare a sè stessa l'essenziale invisibile, le cose che per convenzione o una qualche forma di egoismo, non vogliamo vedere...


Per ora mi è un pò difficile farmi una idea della scrittura della Allende, sembrerebbe molto emotiva quindi almeno per me, difficilmente razionalizzabile ma coinvolgente anche per via di tutti quegli intrecci di personalità incredibilmente varie e tempestose, differenti come certe nazioni che da miglio a miglio mutano di aspetto e clima. Immagino che sostanzialmente essa narri in questo modo, attraverso queste persone e le loro emozioni e personalità che li guidano e forgiano in un crescendo mai caotico ma sempre supportato dall'amore che sia quello per una donna o per un uomo o per i figli o delle proprie ambizioni e principi.

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