lunedì 7 marzo 2011

Di mamme e di prole...

Da circa metà dal mese scorso sono stata "assunta" come baby sitter di rinforzo, o come dico io più prosaicamente, "Tappabuchi": è per un piccina moretta di 14 mesi. Un amoruccio con la faccina da mela e due occhioni scuri così con ciglia lunghe lunghe. Una settiamana fa arrancava poco convinta sulla gambucce col supporto degli adulti che la reggevano per le manine, oggi l'ho rivista e cammina ben convinta, un poco traballante, ma comunque convinta. Invero ho avuto una precedente esperienza sebbene poco meno di vent'anni fa, ed all'epoca lui aveva un anno e per un pò l'ho condiviso con un'altra ragazza per poi averlo in esclusiva tutto per me. Ho contribuito a crescerlo, sempre essendo una "longa manus" della mamma (ammetto che il mio cruccio, inizialmente, era di sostituirmi involontariamente alla madre ma ovviamente non si è verificato) ed meritandomi il titolo di "fratella". Son passati diversi anni da allora, il cicciobello che era allora mò è un bel giovanotto che dà non poche soddisfazioni, direi.
La Puponzi, così l'ho battezzata visto che da qualche tempo 'sto nomignolo mi ronza per la testa, è un amore ma con un bel caratterino, per carità nulla di terribile, di caparbio, ma diciamo tendente all'iperbole drammatica: quando la sdrai per cambiarle il pannolino radioattivo inizia a piangere (invero si immusonisce già all'atto di sistemarla sul fasciatoio) e continua finchè una volta terminata l'operazione, non la depositi a terra per metterle le scarpe (o le "pappine" come dico io oppure le "shoe-shoe" come diceva la mamma del giovanotto). La cosa non è diretta solo alla sottoscritta, lo stesso viene distribuito equamente alla mamma, all'altra baby sitter ed alla nonna la quale definisce l'atteggiamento delle piccina: "Fa le tragedie come la Duse! Vero che sei come l'Eleonora Duse, te?" Effettivamente calza, il paragone.
Oltre alla lettura del blog di una mamma e questa esperienza quasi nuova, mi sto ributtando in altri ricordi che hanno a che fare con l'adolescenza più che l'infanzia. Anche per giungere ad alcune considerazioni. 
Mia mamma alle mie prime mestruazioni, mia mamma e i suoi racconti del parto mio e di mio fratello: quanto mi mancano! Lei ha avuto questo metodo intelligente, secondo me, di insegnarmi alcune cose senza necessariamente mettermi lì e dirmi: "Cara, ecco come vanno le cose..." 
Un esempio molto modesto: una volta tornata a casa da scuola -avevo 12/13 anni- corro al gabinetto e mi ritrovo le mutandine macchiate, nulla di drammatico ch'io ricordi ma perplessità "Mamma?" chiamo e lei arriva e dice "Beeh, adesso se vai con un ragazzo, rimani incinta!" Più o meno. Cerco di ricordare la sua espressione ma non la recupero forse era un pò sorpresa oppure una cosa del tipo "Eh! Doveva pur accadere prima o poi!" Nonostante, da piccola avessi spesso visto i Tampax in casa non avevo ovviamente associato la cosa nè mamma me ne aveva fatto cenno eppure non arrivai a questa esperienza con traumi o paure.
Invero, i miei ricordi circa il parto di noi fratelli sono confusi ma, a quanto pare entrambe avevamo di che lasciare il segno anche se, e mi pare ovvio, il mio sia stato incisivo. Primogenita.
E mamma lo sapeva raccontare in maniera divertente e molto "easy"...mai morboso o proibito o traumatico e non credo che si facesse problemi in tal senso, semplicemente era successo così ed era roba passata e c'era di che ridere: tipo l'urlo di guerra che mamma emise alla rottura delle acque "Padellaaa!" oppure il dottor Zucconi (mi pare) che, dopo il parto, le tolse le garze da dentro l'utero come se stesse arrotolando frettolosamente un gomitolo e con tanto di sigaro in bocca. E mamma che sentiva il solletico! Oppure la notte (o era mattina presto?) che mamma sentì le dolie e tutta Firenze che sembrava aver deciso di partorire quella mattina tanto che invece dell'ascensore la misero sul montacarichi col timore di farmi lì (o era mio fratello?) Quando la tennero a dieta per via del parto un pò difficile con mio fratello (e si accorsero allora che aveva il bacino stretto!!) e le diedero delle pietose zucchine lesse senza sale così che mio babbo portò di nascosto del coniglio al sugo (cucinato dalla nonna, mi pare) la sua vicina (che ebbe una bimba grossa col cesareo ed ancora più grossa con l'allattamento artificiale che però non la sviluppò quanto mio fratello cheera nato davvero sottopeso o almeno in apparenza ma col latte materno era divenuto bello florido) le disse che non avrebbe dovuto e mamma le rispose di badare ai fatti suoi. E mamma si gustò il coniglio come il più buono del mondo. Comunque mia nonna rinetrando dalla prima visita al bebè entrò in camera esordiendo con: "L'è tant mal madùr!" ovvero "L'è tanto..." non so come tradurlo ma la parola si usa quando un frutto non è maturato, sviluppato e florido.
Per farsi passare le voglie la nonna consigliava di toccarsi il culo, pare funzionasse. Io ho una macchietta rossa al costato destro e pare che potessse essere la voglia di fragole anche se ricordo che mamma parlasse del caffè, o del cocomero (ma questa è una mia sovrapposizione, mi sa).
Nacqui con una incredibile macchia rossa su tutto il viso e la nonna disse si spalmarmela col primo latte dal seno tutte le volte, fatto stà che io da bambina non avevo più il macchione e solo un paio di ombre ai lati del naso.
Mia mamma poi, era assolutamente convinta che il babbo le aveva detto che mio fratello era nato con gli occhi azzurri, tant'è che quando finalmente glielo portarono per il primo allattamento (ed io mi ricordo di un allattamento in ospedale, un pò sbiadito ma lo ricordo) ci rimase male a vedere quel mucchio di capelli neri neri e gli occhi scuri scuri. Azz! Un altro Sardo! 
No, perchè mia mamma sperava che un pò di colorito da parte sua ci fosse, e invece no: però i tratti ci sono infatti è sputato lei! Una sua versione scurita. Io invece per anni ho avuto i riflessi rossi nei miei capelli castani -su tratti sardissimi- poi col tempo pure lui, a barba cresciuta e sviluppata, si è ritrovato "el ros". 
Ora, io ho superato i quaranta e da allora ho definitivamente messo una pietra sulla mia maternità anche per mancanza dell'altra metà, ma non ho rimpianti in tal senso, no, non mi frega di esser mamma alla mia età, non mi frega dell'esperienza materna che comunque non mi realizzerà in quanto donna/madre/ etc etc...Infondo le mie soddisfazioni le ho avute, alcune hanno 21 anni! 
Eppoi ho una cosa, che per me era fondamentale, mia mamma è morta anni fa ed io non ho più i suoi ricordi, i suoi racconti, e chissà quali dettagli le sarebbero venuti in mente qual'ora fossi divenuta mamma a mia volta; può sembrare eccessivo ma l'idea di partorire senza la sua presenza ed anche di passare i primi giorni col bambino senza di lei mi sembrano inconcepibili e certo non posso dire che ci avessi questo gran rapporto, anche se era migliore di quanto non sembri. Diciamo che poteva esser migliore e lo dico con cognizione di causa. Certo, se negli anni passati, dopo la sua morte, fosse arrivato "quello giusto" forse, e dico FORSE, un pensiero ci sarebbe scappato...ma non ho rimpianti in materia e se questo "signor Giusto" arrivasse la lapide non la sposto, resta lì dov'è. E tutto sommato non credo che a questo potenziale "lui" dispiacerebbe.

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