giovedì 17 novembre 2011

Salita a Montemorello, rifugio Gualdo

IMG_1220
IMG_1224
IMG_1221
IMG_1225
Fonte del ciliegio (quale?) 1900 mt dopo la partenza

IMG_1227
Sentiero "Rompistinchi" un giorno mi ti farò

IMG_1230_1
IMG_1231
IMG_1234
IMG_1235
IMG_1236
IMG_1238
IMG_1239
IMG_1241
IMG_1242
IMG_1244
IMG_1247
IMG_1250
IMG_1254
IMG_1257
IMG_1259
IMG_1260
IMG_1261

Verso fine Ottobre siamo andati alla cena che tradizionalmente tiene il Roller Club su Monte Morello, al Rifugio Gualdo. Cucina casalinga ma buona buona, buona compagnia e, tanto per cambiare, io e Lui s'è fatto un tragitto alternativo ma comodo rispetto agli altri ma che è valsa la fatica. Ho deciso che il sentiero "Rompistinchi" un giorno lo farò così come visiterò il misteriosissimo ed abbandonatissimo Borgo di Morello con attigua Fonte, non posso lasciami sfuggire l'unico borgo antico abbandonato nei paraggi, no?

martedì 15 novembre 2011

Mio!! pt. 2

E Puponce affermò: "Mie!" Adducendo alle tasche nelle quali continuava a spingere e sistemare contemporaneamente i due pacchetti di fazzoletti di carta (di cui uno iniziato da poco), insisteva sulla manovra manuale affinchè si ottimizzasse lo spazio per i due pacchetti. O forse semplicemente per affermare il possesso materiale (e forse spirituale e metafisico) dei due oggetti e dei loro contenitori.
Poco prima aveva allibito con la naturalezza del semplice gesto di andare a cercare uno dei fazzoletti con cui poi soffiarsi con assoluta non-chalance il nasino (sebbene avesse ancora difficoltà nell'estrarre uno solo di essi) Ma che brava! Si, per lo meno ci prova perchè altra cosa di cui ancora non ha coordinazione è il sistemare il detto nasino NEL fazzoletto, però soffia e soffia bene! Poi declama "BaTTa!" con cui considera terminato il tuo compito...o qualsi voglia attività non incontri il suo interesse...Dopo di che le era stato mostrato il secondo pacchetto sistemato sul letto del fratellino e le si era insinuato, insopportabile, il pensiero che quell'oggetto non potesse esser considerato "suo" dunque lo prese e declamandone la proprietà esclusiva l' intascò e iniziò a sistemare.
Suoi i fazzoletti, suo il clown su rotelle che si porta a spasso col bastoncino e suoi gli stickers!! Quelli dei Barbapapà!
Ha accolto con un certo turbamento il fatto che il Tore, ovvero il trattore (conosciuto ai più come "scavatrice" ma anche qualsiasi cosa che nn sia Camion, in vero facilmente interscambiabili) e posto vari quesiti filosofico-esistenziali "Non c'è Tore?" "E' via Tore?" Ieri invece se l'era gustato, Tore, e pure Camion, ed aveva avuto uno scambio di saluti a distanza con una signora dall'altro lato della strada mentre lei osservava dalla finestra il lavoro sulla superfice stradale ad opera, appunto, di Tore; al ritirarsi dell'anziana salutatrice dietro le tende la Puponzi ha esclamato "Ancora! Ancora signora!"

giovedì 10 novembre 2011

5 Novembre

Il 5 Novembre ho scritto un post sulla maschera di V e del suo “uso” da parte di chi l’indossa e delle differenze enormi tra costoro e il personaggio (fittizio) del libro e del film da cui è tratto.

Faccio un mea culpa.

Non sono solita scrivere sui fatti che accadono nel mio paese, o almeno quelli particolarmente gravi e complessi che pure suscitano in me rabbia e fastidio perchè spesso mi rendo conto di non esserne in grado. Qui un pò è differente. Non so quando riuscirò a postare questo ma intanto scrivo.

Il 5 Novembre 1966 l’Arno allagò Firenze, in vero accadde tra il 3 ed il 4 Novembre, ma l’acqua c’era ancora la prima data; quando in questo paese un fiume esonda e si porta via cose e persone si pensa subito all’alluvione del ‘66 (seppur dimenticandosi altre tragedie acquatiche coeve) che sommerse Firenze e le sue cose artistiche, la cosa fu tale che tutt’ora se ne parla.

Da quanto posso vedere anche Genova avrà il suo 5 Novembre, e non è sola. Dalla fine di Ottobre Aulla, la Garfagnana, le Cinque Terre, Genova stessa ed altri comuni minori liguri montani si son visti arrivare un onda di melma e detriti a portar la vita delle persone, la vita intesa come lavoro, cose personali, la casa ed anche la vita stessa. Da che ho capito –al momento in cui scrivo- sono 10 le vittime, purtroppo non ho compreso se solo nella zona ligure o in generale. Amara consolazione è che il mare di tanto in tanto restituisce i corpi. In altre zone d’Italia vi son state alluvioni di minore portata ma non meno tragiche, con persone strappate ai loro cari o alla vita stessa.

Ho trovato già iniziata una puntata speciale di XXXX, su Rai 3, in diretta ed ha illustrato molto bene grazie anche a testimonianze dirette di chi vive in quei luoghi, i danni, l’esatto svolgersi delle esondazioni tramite alvei di torrenti in cui si è edificato dopo averli ridotti  a poco più che scoli, di terreni lasciati a sè stessi, incolti, trascurati e spesso GIA’ teatro di frane e smottamenti e su cui assurdamente si è edificato, e si pretende ancora di costruire, case, parcheggi, outlets, quartieri…Noto che tanto si è criticato al Sud e alla tendenza criminale e cretina di fare altrettanto ma i danni e le assurdità che ho elencato sono opere del Nord, della Liguria principalmente…il centro in cui si è costruito attorno ad una collina artificiale, discarica dei detriti dell’abbattimento di uno stadio e fonte di smottamenti ad ogni pioggia e non certo solo al il carico eccezionale avuto in questi giorni passati che stavolta ha portato via case e strade, acqua e terra mista alla vegetazione che folta è cresciuta senza controllo alcuno…Si è costruito altrettanto dove il terreno NON è roccia ma terra friabile una volta che abbia assorbito acqua quindi di fatto mettendo da qualche parte nero su bianco, qualcuno ha dichiarato una menzogna letale! 

Terreni incolti ma selvaggi, alberi che crescono e crollano, fogliame, rami, che intasano “scoli” che un tempo erano torrenti che a loro volta erano comunque accuditi, ripuliti, dalle comunità che comunque li usavano per la quotidianità. La terra un tempo sfruttata per la vita, lavorata e curata non riesce a dar vita e benessere e dunque la si abbandona, così, come se potesse fare da sè. Nelle Cinque Terre la cosa è enormemente evidente e come ci dice il giovane contadino dalla piazza giù al porto: la terra che è scesa giù dalle colline con l’acqua ce l’hanno portata gli antenati sulle terrazze per le vigne e gli orti. La battaglia dell’uomo nel tentativo di strappare il necessario per vivere ad una natura avara è continuo su quelle terrazze, la Natura spinge per riprensersi il tolto e l’uomo lavora per trattenerlo, rimettere in sesto ciò che era stato costruito ma c’è un equilibrio, duro, sfiancante, c’è anche se supportato da una opera continua. Eppure vivere di terra non è più conveniente, si va via e si abbandona il terreno e su di esso vi costruiscono parcheggi e edifici per turisti, troppa gente e troppe esigenze per una superfice cui s’è strappato ogni centimetro necessario e non di più E SAPENDO COME farlo. Chi è restato e coltiva ancora non si è visto la terra scender giù per i paesi e sino al porto che ha reso limaccioso e paludoso, a sotterrare case intere o i primi piani e le botteghe, a portar via persone che ora il mare restituisce anche su coste lontane: le testimonianze sono nette e precise e alla fine si deduce che TUTTI sapevano e mi domando quanti tra costoro davvero hanno urlato preoccupati al vento negli anni passati, e se davvero non avessero altra scelta che abitare quelle case costruite così scriteriatamente; lo sapevano quando acquistarono quelle case?Alcuni di costoro sono lì da una vita intera.

E le città? Genova. Hanno costruito sui letti di torrenti: non ricordo più il nome ma hanno fatto vedere un quartiere di case popolari; c’era una distanza ENORME tra il vecchio argine dal lato delle telecamere e il lato opposto, due corsie ed una certa zona di case, o almeno così mi è sembrato, quasi un fiume che è stato ridotto letteralmente ad uno scolo e sopra e tutt’intorno s’è costruito un intero quartiere, l’acqua scorre sotto la strada e sbocca allargandosi e finendo sotto un ponte della ferrovia che FA DA TAPPO tra l’altro e SE ho capito bene quello stesso ponte è in costruzione tutt’ora –leggansi da anni- essendo stato più volte abbandonato e causa di problemi proprio per quelli che esso stesso provoca. Comunque si deve immaginare la potenza della spinta dell’acqua che da un poco meno collo di bottiglia ESPLODE in uno slargo di diversi metri per poi vedersi praticamente bloccare da un ponte magari ostruito da detriti precedenti non asportati. Bella immagine, eh? E sto mettendo da parte il lato speculativo che si son visti presentare gli inquilini di quelle case tempo addietro poichè GIA’ si erano verificati importanti problemi che denunciavano la pericolosità della zona che era in progetto d’esser evacuata e abbattuta. EHI! E NON siamo a Messina o dove altro siano avvenuti smottamenti distruttori dovuti all’incuria criminale di corrotti enti locali, nono, siamo al Nord, dove notoriamente queste che avvengono sono DISGRAZIE anche quando si parla dell’ennesimo condono anche quando da più di trent’anni si parla di un trasversale Partito del Cemento che ha costruito il costruibile dove non si doveva. Trent’anni TRASVERSALI che ora presentano il conto e che continueranno a farlo negli anni a venire visto che l’acqua s’è fatta la sua strada dove scorrere.

FIRENZE i giorni del diluvio, di Franco Nencini, prefazione di Enrico Mattei edizioni Sansoni.

Trovarlo credo sia possibile solo sulle bancarelle dell’usato, dove tra l’altro ne ho intravista una copia in via Cavour, io ne posseggo una copia che fu dei miei che l’alluvione se la sono vista e vissuta dall’ultimo piano di via del Palazzuolo (poi,visto che le disgrazie non vengon mai da sole, l’anno dopo son nata IO!) E’ un vecchio libro dunque con foto in bianco e nero, a volte appena sfocate, ed è incredibile come siano così evocative della disgrazia e della miseria che l’alluvione si lasciò dietro…per parafrasare un signore che visse all’epoca “non c’erano più manco gli occhi per piangere”. Osservo quelle foto e cerco di rivedervi luoghi che conosco e non è difficile perchè per lo più sono nel Centro: Ponte Vecchio che fu letteralmente travolto e le sue botteghe orefici lavate via dalla melma mista alla nafta (incredibile quanta ve ne fosse!!), allagando la Biblioteca Nazionale, il Duomo e S. Maria Novella. Impressionanti le foto di Lungarno Acciaiuoli letteralmente eroso dei suoi argini, fin sulla porta delle case e dei negozi, quasi lo stesso ai lati del Ponte Vecchio, o Ponte Amerigo Vespucci invaso di immondizia di ogni genere trasportata dalle acque ormai defluite, oggetti arenati o infissi nel fango da una incredibile potenza dell’acqua, e auto, auto ovunque come relitti dopo un naufragio, ammassate nelle piazze o nelle strade come via Aretina (si calcolano circa 10.000 auto numero considerevole all’epoca) a volte nelle botteghe, muri di sanpietrini estirpati ed ammassati in via Barbadori dove trovavi la carcassa di un cinghiale o i poveri cavalli all’Ippodromo delle Mulina, morti annegati nelle loro stalle. Infine al defluire delle acque, la gente; la gente che vaga smarrita nelle strade colme di fango e quei detriti che ho detto, poi al lavoro in quel fango, raccatta il raccattabile, cerca di recuperare qualcosa, un oggetto personale, dei preziosi da poter rivendere, nascono le farmacie all’aperto che vendono il vendibile ormai scarso ma ancora buono, le file per l’acqua in Borgo degli Albizi o al Mercatino di S.Pierino e quelle per gli approvvigionamenti ma si lavoro, ci si aiuta, ognuno fa quel che può come i ragazzini che dirigono il traffico o i giovani da ogni dove –in Italia ed Europa- che arrivano a fare il possibile anche senza mezzi propri che non siano le loro braccia; si salvano i libri, i dipinti, le statue, i preziosi dell’arte fiorentina. Ma a me interessa la gente e la sua vita di tutti i giorni: c’erano pochi turisti nel ‘66 a Firenze ma tanta gente comune che viveva e lavorava in pieno Centro all’epoca vitalissimo e non parcheggio per turismo di massa.

Rispetto all’epoca sembra che i danni d’oggi siano anche maggiori, forse per la crisi o forse per un numero maggiore di proprietà personali rispetto agli anni ‘60, più auto, più case costruite, più oggetti personali, più persone anche solo di passaggio –come i turisti alle Cinque Terre- una maggiore incuria e c’è anche un maggiore senso di abbandono e non solo del territorio, si direbbe. Ci sono anche interi borghi slavati via. Quello che per fortuna non sembra esser mutato è il senso di solidarietà, a Genova sono arrivati volontari per dare una mano dove possibile, anche una parola a chi ha perso ogni cosa e durante il disastro che ha colpito all’improvviso si sono visti gesti eroici: chi sorregge il prossimo in mezzo ai flutti per andare in punti più sicuri, che cerca di trovare una via di sfogo all’acqua e perde la vita…Con questi gesti vorrei tanto arrivasse una maggiore coscienza e forza, spero in gente che si piazzi di fronte ai centri del potere o alle ditte che costruiscono l’inconstruibile, possibilmente coi sanpietrini, a volte spero in una sorta di autogestione locale senza politici e non penso certo alla Lega visto che un leghista voleva costruire un outlet che sarebbe franato sulle teste comunque provate degli abitanti.

Certo, dopo trent’anni di Partito del Cemento-almeno per quanto riguarda la Liguria- c’è poco da ben sperare ma è pur sempre meglio del nulla.

sabato 5 novembre 2011

5th November fireworks




Salve!
Volevo scrivere una delle mie megastronzate che accolgono chi passa da queste parti -e non solo- una di quelle cose che vanno sotto la Tag "Il mo lato frou-frou", una robina disimpegnata e maniacale tanto per...E invece mi ti vado a leggere il Diegozilla che mi ricorda che oggi è il 5 Novembre...
Remember, remember the 5th November..." è la filastrocca con cui si celebra Guy Fawkes, un tizio che cerco di far saltare il parlamento inglese nel '500.
Questo tizio, tutt'altro che anarchico tutt'altro che ateo mi pare,fu ripreso da Alan Moore per il suo primo celeberrimo fumetto "V for Vendetta" in cui un misterioso "terrorista" -V appunto- agisce sgretolando e via via distruggendo sin alle fondamenta una dittatura fascista nell'Inghilterra post Terza Guerra Mondiale (ed atomica). Da questa storia costruita minuziosamente e che altrettanto minuziosamente va letta è stato tratto un film che non vale nemmeno la segatura degli alberi da cui è tratta la cellulosa della carta su cui è stampato, anzi su cui furono scribacchiate le prime annotazioni di Moore. Eppure la maschera, per gentile concessione della Warner, è divenuta simbolo per migliaia di "indignati" ed emeriti coglioni in protesta perenne in giro per il mondo, questi ultimi sono stati visti a Roma non molto tempo fa durante una manifestazione a bruciar bandiere e tanto per inizare.
Trovo sublime come un personaggio così assolutamente contro e guidato da una visione ben precisa e che agisce su uno schema davvero particolare e fuori dai binari dei vari "incazzati" (definiamo così i coglioni)sia preso a simpbolo da costoro che alla fine non farebbero altro che instaurare un mondo non molto diverso da quello che hanno cercato di abbattere o addirittura uno che sia semplicemente Caos ed infatti costoro seguono ovviamente la ridicola macchietta che è rappresentata nel film, non certo quello di Moore.
V, nel libro naturalmente, opera su uno schema ben preciso e non alla cazzo di cane, segue un piano che è perfettamente cosciente del potere, dei suoi mezzi e dei personaggi che lo reggono e dei loro vizi, abitudini e del loro passato, la distruzione del potere passa attraverso la conoscenza delle sue strutture e della conoscenza in generale; la sua azione è chirurgica, non fa vittime innocenti, non danneggia proprietà altrui, nè aggiunge disagi a chi già vive nel disagio.
 C'è sopratutto una scena chiave di ciò che V intende per sovvertire il potere e sopratutto lasciare al popolo, alla gente la totale libertà di scegliere ("Scegliete saggiamente")che potrebbe essere anche ben differente da ciò che lui indica loro come possibilità reale ed alternativa alla distruzione dell'essere umano, la scena è quella in cui V muore...V muore lasciando a Evey la sua eredità: la libertà di scegliere, se accettare o meno quella eredità che V stesso le passa, essere lui. "Devi togliermi la manschera ma non devi vedere il mio volto" Non è importante chi è realmente l'uomo dietro la maschera ma la maschera stessa eppure anche CHI è dietro essa è altrettanto importante; è importante che non sia l'uomo che fu ma qualcun'altro (Evey, appunto) una persona che erediterà i mezzi che V ha usato -bombe, veleni, sostanze da combinare per ottenerli- SE proprio dovrà usarli (notare le parole), la sua con oscenza -i libri, i dipinti, i dischi, i films e tutto ciò che la genera, la fantasia, la bellezza- e mai, mai dimenticare l'amore...V SA che Evey non farà ciò che lui ha fatto ma agirà nella stessa direzione, con lo stesso spirito ma come solo LEI, in quanto Evey, vorrà e saprà fare.
Questo è ben diverso dal mono pensiero usato dai teppisti che vanno alle manifestazioni -infiltrati o meno che siano- ma anche da un certo numero di persone che si limitano a protestare per poi attendere che qualcun altro, i loro leader o chicchessia, facciano il resto.
Inoltre V agisce, ripeto, su un piano ben preciso, ben studiato, che include la perfetta conoscenza dei mezzi del potere che combatte, dei luoghi, ed anche della psicologia (vedi il discorso alla tv nazionale) ma anche di come, cosa e quando colpire...Certo, agisce in una dittatura ben instauratae perfettamente strutturata che ha mezzi che non sono quelli attuali ma che ben vi ci si avvicinano: le telecamere nelle strade ma anche nelle case, assieme ai microfoni, ai dati di tutto e di tutti in archivi computerizzati così egli agisce come un hacker pre-internet (il libro è dei primi anni '80)e gestisce lui la circolazione di certe informazioni, plasma la vita di qualche persona affinchè essa sia poi spinta in una data direzione ma anche l'uccisione di determinate persone in determinati modi e sopratutto l'educazione di Evey che non si basa nè sulla coercizione nè sull'indottrinamento, alla fine Evey sarà sempre libera di fare ciò che vuole anche rifiutarsi di continuare l'opera di V.
O di farla come LEI ritiene meglio sia: ed era quello che V le lasciava in eredità.
Il personaggio del fim è nulla che una mediocre macchietta di ciò che è nel libro e non me ne frega nulla se il film "alla fine è carino" sono un pò stufa di queste scuse del cazzo perchè è come dire che beh, Ulisse è diventato Athena ma dai alla fine il film è carino! Per quanto possa capire la difficoltà di riportare la trama e sottotrama del libro ci siamo sorbiti films che durano ORE senza dirci nulla, con tanto di 3D magari e non vedo perchè non si possa usurfruire di un buon sceneggiatore e un buon regista (e per carità, anche un buon scenografo!!) per ottenere un film più decente e credibile...Un tizio che fa saltare qua e là delle cose, che fa lo scemo davanti a films in bianco e nero, che non insegna nulla e che spedisce centinaia di maschere a gente che s'è ascoltata un discorso alla tv da un tizio mascherato, certo ci voleva proprio quello per scrollare masse appecorite educate da una tv fascista e totalitaria, mi domando perchè non l'abbia fatto ancora nessuno!
Però ha fatto presa e masse di coglioni indossano una maschera targata Warner per una rivolta targata Hollywood.
Poi tutti al Macdonald!!

venerdì 4 novembre 2011

“I’m just a sweet Tranvestite eccetera, eccetera…” pt 2 ovvero, The Rocky Horror Picture Show a Firenze…che barba che noia che barba…



31 OTTOBRE, ore 2i,30 circa…

Non starò a narrarvi il perchè ed il percome ma non sono riuscita a travestirmi TOTALMENTE da Transylvanian, ovvero quei tizi vestiti di frac stravaganti, occhiali vistosi e cappellini di carta da party che sono all’inizio del film, ma mi ci sono avvicinata. Sono stata talmente impegnata nel lavoro del pomeriggio che a casa ero stanca morta e pensavo anche di non andarci, non avevo il tempo per cercare un fondotinta bianco o chiaro e da poco nè altri orpelli per stuzzicare la fantasia ma alla fine, e grazie alla connessione liBBera sono riuscita a vedere due estratti dal film  su YouTube: “Time Warp” e “Sweet Tranvestite” e le idee son state più chiare: frugando nell’ armadio è venuta fuori la giacca di velluto pettinato, i pantaloni “eleganti” neri che -MIRACOLO!!!- ancora mi stanno, un paio di camicette -e quella coi jabot mi sta benissimo- gli occhiali “poco da sole” che hanno un aspetto sufficientemente stravagante (per intenderci ne bastano un paio dalla montatura grande e colorata o dalla forma curiosa e colorata), un vecchio jilét rosso corallo e le scarpe di vernice nera col tacco della mamma, esattamente come nel film (YEAH!), mi son tirata i capelli indietro con il gel lissant e indossato degli orecchini a goccia un pò anni ‘30…con gli occhiali quasi scuri sembravo la classica matura seduttrice notturna…sigh!…(insomma, ero meglio della moglie sessualmente annoiata in Hellriser!!) Mi sono anche truccata pur mancando di fondotinta, di rimmel e sopra tutto (ma questo ME LO SON DIMENTICATO!!) di fard acceso sulle guance…MALE! SE avessi avuto il cappellino da party sarei stata quasi perfetta! Ma non ne avevo avuto il tempo e mi stavo arrangiando…Su tutto ciò il mio capotto blu per affrontare la frescura notturna che almeno all’uscita da casa non era così pungente, e nemmeno tanto usciti da cinema, in vero.
Lui è arrivato prima delle 21 perchè il corso all’ istituto tedesco è saltato per il ponte di Ognissanti, siamo entrambe un pò cotti e purtroppo non c’è modo di “acconciarlo” per la festa e ci limitiamo a fargli le labbra nere col sorriso da Il Corvo e un paio di miei occhialini dalle lenti tonde e blu…capisco che potrei anche travestirlo da Wayne Hussey, cantante e chitarrista dei Mission ed ex chitarrista dei Sisters of Mercy ma non abbiamo nulla di nero per lui…evabbè. (Però è teneroso assai con gli occhialini blu!) SE capiterà un altra occasione sappiamo che avremo bisogno di un frac, un jilét bianco sdrucito o grigio e sdrucito, pantaloni un pò attillati, guanti senza dita ed una gobba perchè Lui è perfetto per fare Riff Raff, il maggiordomo di Frank’n’Further del film. Arrivati alle 23,15 all’Odeon già c’è un pò di gente ma non la marea che mi sarei aspettata (la mia solita ingenua fede nelle generazioni più GGiovani) e tutti rigorosamente BORGHESI!! Dei noiosi, banalissimi, spettatori cinefili, in borghese, come se si stesse per vedere un film qualsiasi!!! Non facevo che ripetermelo come un mantra: “Ma son TUTTI NORMALI!! Ma cheppalleeee!!!” Mi sentivo come la Mondaini: che barbachenoiachebarba!
Sono l’unica acconciata apparentemente, a parte un paio di ragazzine vestite da zucche! BAH! Ed anche una volta entrati gli spettatori son sempre gli stessi finchè non entrano due vestiti come me, da Transylvanan!! E anche meglio di me! Hanno gli occhiali ed i cappellini giusti!!! Poco dopo noto che c’è una ragazza vestita da Columbia ma senza il cilindro ed una Magenta ma con meno ricci! Poi entra tutto un gruppo che potrebbe esser un team da La Sposa Cadavere ed ancora mi dico “Che ci azzecca??” Ma infondo son sempre meglio delle zucche e dei pseudo dark quà e là o pseudo streghe che fossero ed ancora mi faccio: BOH! La platea non si riempie ma c’è gente, non c’è nessuno di sopra e  di solito finchè la platea non è piena non si fa salire ai palchi, non è un granchè e per quanto mi riguarda è la conferma che questa città è vecchia anche quando ha vent’anni! E’ provinciale! Un gregge di pecoroni che vanno dove tira l’aria (o la flautulenza)! Poi si lamentano che non c’è nulla di nuovo ma se per occasioni rare come questo film non si partecipa o addirittura si partecipa come dei pensionati, cosa si pretende di nuovo e GGiovane? Ho sentito che in Piazza S.Croce c’era folla di gente in costume ma dubito sia una cosa organizzata e spontanea, o meglio lo sarà per gli stranieri che festeggiano ma non certo per i Fiorentini che ci vanno e lo fanno perchè lo fanno gli altri! Alla fine è la solita faccenda del farsi vedere, presenziare tanto per…
In vero non so se questo film davvero particolare ha ancora appeal sulle nuove generazioni, all’estero intendo, ma in sala mi ritrovo un’ Americana che mi ha rinfrancato: doveva averselo goduto negli anni perchè sapeva quando intervenire e credo abbia anche ballato a parte lei solo una ragazza davanti a noi, quasi sotto lo schermo si è alzata per ballare durante “Time Warp” ma si è riseduta forse per timidezza…Mi dispiace tanto non essermi preparata per tempo per interagire col film, perchè la VERA particolarità di questo film è che si interagisce, si partecipa anche solo col travestimento!
OK! Lo ammetto IO non ho ballato, io non ballo quasi mai e mi ero dimenticata l’ombrello da aprire nella scena della pioggia…ma nessun altro lo ha fatto!! E non avevano nemmeno l’accendino per “There’s a light” nemmeno siamo riusciti a sostituirlo con la torcia del cell di Lui! CHE SFIGATI!! GRUNT! OK!OK!OK” Mi sono dimenticata ANCHE la diGGitale e non ho documentato la nottata!!! Ma ero stanca e rincoglionita e mi pare già tanto d’esser riuscita a vestirmi E truccarmi e SENZA idee premeditate nell’arco di un ora e mezza a disposizione!! Cena in due da me preparata esclusa!
Mi sono divertita? Beh certo! (emmenomale!) Mi son goduta l’occasione e nonostante la merda dal locale Colle Bereto che faceva vibrare il pavimento e che disturbava nei momenti in cui non c’era musica o volume alto! La merda viene da questo Colle Bereto, la classica UNZ UNZ UNZ, che è un locale da tamarri danarosi dal lato opposto al cinema Odeon! Cerco di immaginarmi lo spettatore che va a vedersi un film drammatico o un giallo e che nei momenti topici deve sopportare questa merda di UNZ UNZ UNZ che addirittura fa vibrare il pavimento della platea di questo tra l’altro bellissimo cinema. Sembrava che avessero messo una merda di discoteca in biglietteria!! Vi assicuro che la tentazione, una volta terminato lo spettacolo ed uscita, di rigare una per una tutte quella auto parcheggiate attorno al locale era MOLTO FORTE! Quanto quella di Lui nel tirar una incendiaria ed eliminare un pò di scorie umane dalla faccia della terra! Perchè se è vero che non tutti quelli che ascoltano quella merda di musica sono degli idioti è pur vero che sono in buon  numero!! Una volta tanto si può tranquillamente fare una equazione musica=q.i. azzeccatissima!
Diciamocelo tranquillamente tra pensionati a vedere The Rocky Horror Picture Show e questa merda dall’altro lato del cinema, gli ingredienti per farmi il fegato verde c’erano!!
Seppure sotto tono, la nottata al cinema è stata una goduria! Strano non averci viste facce familiari…so che Servelloni Valsanti Vien dalla Collina era stata avvisata dell’occasione…Boh! Forse i Radical Chic, gli “impegnati” de’ Noantri non frequentano The Rocky Horror Picture Show pur lamentandosene dell’assenza…Una volta a casa mi cambio e preparo il letto: qui, in quella che io chiamo La StOnsa e che è il mio nuovo rifugio, io e Lui sistemiamo due materassi per terra e recupero due lenzuola matrimoniali dei miei ed il piumone singolo e ci addormentiamo vicinivicini. Abbiamo dormito benissimo e ci siamo svegliati assieme, una delle cose che amo maggiormente di questa relazione: questa intimità che non ha necessariamente a che fare col sesso e la dolcezza un pò infantile che Lui ha sempre in questi casi. Ci è piaciuto così tanto che aspettiamo un’altra occasione per rifare i letti così.
In futuro abbiamo deciso che ci travestiremo Lui da Riff Raff e io –Paperplanes- da…Frank’n’Further…Sissi, proprio IO! SE ci riesco indosserò il camicione da chirurgo, i guanti rosa da massaia e le calze a rete e mi truccherò assai pesantemente…Certo, dovrò fare in modo di sistemarmi i capelli cotonati da massaia agèè e trovarmi degli orecchini simili (cofanetto della mamma), e truccarmi NON sarà impresa facile, così come il trovare delle scarpe dai tacchi vertiginosi con un pò di zeppa (si, ma senza spendere un casino) ma sopra tutto sarà difficile trovare i guanti a manica lunga senza dita e con le paillettes! Ma son speranzosa! E certo Lui avrà meno problemi di me nell’acconciarsi per la festa!!

HOT PATOUTIE BLESS MY SOUL, I REALLY LOVE THAT ROCK’N’ROLL!!!

“I’m just a Sweet Travenstite from transexual Transylvaniaaa-ha-haaa…”



Una delle cose che mi porto dall’adolescenza è la mia attrazione per il travestitismo, inteso come il mascherarsi ma anche come quel movimento che dai primi anni ‘70 si chiamò Glam Rock e che rifece capolino negli anni ‘80 come Glam Metal, la ragione principale dev’essere perchè tutto ciò che è colore, circo e stravaganza mi attrae e diverte, del resto mi piacciono anche il teatro ed il cinema di costume, certa moda…ed anche il periodo finale dei coloratissimi anni ‘60.
Nella mia ingenuità di 14/16enne che nei primi anni ‘80 si affacciava al mondo con pretese di migliorarlo mettendosi automaticamente dalla parte dei deboli e degli oppressi e fiduciosa in quella libertà fittizia che poteva esser nel Rock o nel Metal, ero convinta che quelle facce imbellettate e quei capelli cotonati rappresentassero davvero uno schiaffo al perbenismo e all’ipocrisia degli adulti o di alcuni di essi, che rappresentassero assieme alla musica che facevano, sopra tutto a L.A., una presa di posizione anche nei confronti di una certa sessualità o di espressione del sè…Del resto adoravo Oscar Wilde, la mia prima lettura “matura” fu Il Ritratto di Dorian Gray che ancora adoro assieme a Confessioni di una maschera di Mishima (per restare in tema di“certa”sessualità)
                                                                                                                        Prima che col Glam Metal o Rock, prima degli amati Motley Crue e degli amatissimi Hanoi Rocks ci furono i Kiss, che certo non rappresentavano nessuno se non sè stessi e i propri fans, forti della loro esperienza che risaliva agli anni ‘70, sull’onda dei vari Marc Bolan, David Bowie, Gary Glitter e credo, Alice Cooper, etc etc…I Kiss –che ovviamente non avevano quell’aura ribelle che credetti di vedere nei gruppi successivi- furono un colpo di fulmine e nonostante quella spocchia un pò “Euch” della tredicenne che ero nei confronti della lingua del vampiro Simmons, ”I Was made for lovin’ you fu effettivamente il mio primo 45 giri (era l’epoca del vinile) e successivamente ottenni per Natale il mio primo 33 giri “Unmansked”: ero alle medie appena. I Kiss erano circo allo stato puro, i costumi e il trucco e tutto il mondo che creavano attorno a sè –incluso quello che pare sia un discutibile film-baraccone- mi ammaliarono intensamente e a lungo.   
Poi fu il turno dei Motley Crue da molti accusati di copiare il trucco di Simmons e soci, cosa che mi ha sempre lasciata perplessa perchè non riuscivo assolutamente a vederne la benchè minima somiglianza ed anche musicalmente, quelle chitarre erano ben distanti dal suono, nel frattempo “poppeggiatosi” un pò di più, dei Kiss…Per quanto seguissi i Motley attraverso il primo singolo e video -“Shout at the devil” tratto dal secondo ed omonimo lp- riuscii a comprare il primo 33 giri, “Live Wire” se non erro, il cui sound era ruvido quasi come un demo o un prodotto underground; era il disco della mia adolescenza che mi incamminò nella direzione meno fantasiosa dei Kiss, fatta di canzoni prevalentemente a tema sesso-amoroso, in quello apparentemente più “stradaiolo” dei Motley Crue, la vita di strada, le gangs (immaginario filmico), le moto e la vita on the road mi colpirono tanto quanto il trucco, l’apparenza, che divennero più marcati –e più “Metal”- con “Shout at the devil” e più Glam Rock e Glam Rock star con “Theatre of Pain” per poi rientrare nell’aspetto più Rock’n’leather con “Girls, Girls, Girls” che già un pò mi lasciò freddina, il make up era trasgressione, una effemminatezza che rifiutava lo stereotipo del macho metal “duro e puro” credevo fossimo ad un livello un pò più alto o comunque “altro”, alternativo come si dice oggi, nella mia  ingenuità i Motley rappresentavano una ribellione più concreta e coi “piedi per terra” rispetto alla band di Simmons e soci…La band di L.A. si portò appresso altri gruppi, molti dei quali ho dimenticato ma ricordo i Ratt, i Wasp e gli Hanoi Rocks.nUn pò come Beatles e Rolling Stones ma senza tutto quel dramma, Motleys e Ratts dividevano i fans ma nulla vietava che essi avessero i dischi di entrambe: io ero coi Motley.                                                                                                                       Di tutto quel bailamme di cui ero poco o per niente consapevole a me resta la nostalgia degli Hanoi Rocks ma faccio un altro piccolo passo indietro: l’arrivo dei gruppi prima citati riportò in auge un vecchio e glorioso gruppo di Boston, gli Aerosmith. Praticamente i Rolling Stones d’America: questa band che ha continuato alla grande alla faccia di tutti quei “giovincelli” che comunque gli tributavano ogni gloria, era dei primi anni ‘70, credo il ‘74, ed hanno elargito al mondo pezzi meravigliosi; ebbi una fortuna incredibile di acquistare, poco prima del loro ritorno, una cassetta con una buonissima raccolta edita credo da Repubblica e fu una folgorazione. Sia musicalmente che visivamente gli Hanoi Rocks –a mio modesto parere- furono i parenti più prossimi degli Aerosmith (ma non solo loro) e sempre secondo me giocò bene il fatto di avere un batterista inglese e di avere in mente una impostazione british piuttosto che americana, Michael Monroe, androginissimo cantante e saxophonista, usava un inglese decisamente cockney o quanto meno molto popolare; certo che se si vanno a vedere tutte le parentele degli Hanois ci trovi anche il Punk, ed il proto punk dei New York Dolls, il blues ed altro ancora con un gusto aggiornato al periodo –anni ‘80. La grande occasione, a che ricordo, per gli Hanois giunse con “Two Steps from the Move” che li portò ad un tour con i Motley Crue che erano in pieno periodo “Thetre of pain”all’apice della carriera. Per me era una festa dell’immaginazione…Che finì con la morte del batterista degli Hanoi dopo che Vince Neil –cantante dei Motleys Crue- andò a spatasciarsi con l’auto, entrambe fatti persi. Il cantante evitò la galera con vari programmi di disintossicazione e riabilitazione, girando per le scuole ed a sfavore delle droghe, restò nel gruppo ancora per un pò contribuendo a uno o due dischi (ma io già pensavo ad altri gruppi, ormai), mentre gli Hanoi non ressero e si sciolsero…e del resto non avevano gli avvocati degli americani. Diciamo che alcuni di loro scomparvero, altri si riciclarono come solisti o rifondarono altri gruppi ma certo ai Motleys non capitò di suonare per Iggy Pop o andare a rimpolpare i New York Dolls –almeno credo…Sarà per questo e per la carriera così nettamente stroncata che mi mancano più gli Hanoi Rocks che i Motley Crue. Visivamente parlando poi era più facile conciarsi come i primi che i secondi…                                                                                      

  Eppure io, a lungo, non era così che avrei voluto vestirmi, tendevo più al maschiaccio nonostante i capelli lunghi e l’impossibilità cronica non solo di aver le idee chiare su me stessa ma di vestirmi come mi pareva…almeno fino ai 20. Dopo questi signori arrivò il turno dei Guns’n’Roses che si portarono appresso gruppi davvero “street” come gli L.A. Guns e ,credo, i Faster Pussycat ed altri ancora, il gruppo di ispirazione –pare- fossero i Rolling Stones ed infatti il nomignolo di “nuovi R.S.” fu appiccicato ai G’n’R…un pò eccessivo ma comprensibile, si stava cercando qualcosa di vero dietro al glitter ed al cotonato –più stile Poison che Motley Crue- e nonostante l’inizio vagamente “Glam” (vedetevi i capelli di Axl ai tempi dell’EP) in verità ‘sto gruppo era di tutt’altra caratura ed “Appetite for destruction” fu un esplosione! Fu l’ulteriore svolta dell’adolescenza, diciamo la seconda, e mi lasciai le false ribellioni del make up finchè non tradussi la cazzata di Axl nella sua XXXXXXX che mi fece disinnamorare abbastanza in fretta di lui e del resto ci riuscì nonostante la ristampa di “Lies” perchè aspettare per SECOLI il seguito di “Appetite” (a ciò aggiungete che razza di cazzone sia uno che può mandare a puttane quella che era innegabilmente la band del secolo) ma non era per me che necessitavo di verità, di altro…che mi venne dall’Hip Hop anche se gradualmente. Ma questa è un altra storia e non ha più nulla a che fare col Glam Rock.                                                                                                                             Ho continuato a seguire pur non acquistando gli Aerosmith: erano onesti quello che ti promettevano lo suonavano e cantavano. Punto. Ormai abbondantemente nei venti e verso i trenta reincontrai un vecchio amore ma al cinema ‘stavolta: Velvet Goldmine. Qui si raccontava il Glam Rock dei primi ‘70 com’era o come si immaginava fosse stato con però quella componente accuratamente eliminata nei gruppi “Glam Metal” americani degli anni ‘80: l’omosessualità ed una vera trasgressione sessuale anche attraverso un make up femminile e l’indossare abiti magari non femminili ma certo non da “Rocker maschio e virile” invero –a parte Gary Glitter che era più sul versante vagamente “ultimo Elvis”- più sulla Diva anni ‘30 con le paillettes ed i boa di piume clorate. E le zeppe. La varietà del fenomeno fu notevole, si andava dal proto punk e davvero stradaiolo dei New York Dolls (era la N.Y. di Andy Warhol e dei Velvet Underground, del resto) al rock volutamente Horror e splatter di Alice Cooper al circo sempre più ricco incredibile dei Kiss e delle loro maschere bianche che impersonavano veri e propri personaggi, a David Bowie con una idea assolutamente personale del Rock e della sua baracca circense (detto in senso positivo) eppoi il primo di tutti, Marc Bolan anche se a ben vedere, i primissimi tra tutti col make up, i colori e tutto il resto furono ancora una volta i Rolling Stones…Il fatto è che solo da adulta e specialmente accedendo alla lettura che ho capito meglio certe cose ed anche un certo disincanto che mi ha fatto vedere meglio che dietro un rossetto ed i capelli cotonati un coglione etero resta un coglione etero anche se posso ben supporre che certe personalità possano anch’esse maturare con l’età ed un paio di entrate da rehabs per tossici.                                                                                

 Resta il fatto  che se ci si prende troppo sul serio, all’americana per intenderci, alla fine si diventa pesanti e pallosi e mi si annoia velocemente, ecco perchè alla fine preferisco di gran lunga il Glam Rock britannico, anche per un certo occhiolino ad artisti omosessuali, alla fine la vera trasgressione potrebbe esser lì davvero: nel combattere un pregiudizio che non muta con passare degli anni. O forse sono ancora una idealista con un senso eccessivo del tragico. Ma il miglior Carnevale Rock o Metal che sia, con la migliore ironia mi son venuti dai britannici (ricordarsi che gli Aerosmith vengono da Boston ovvero il New England e qualcosa vorrà dire)
Ora, non è che io sia una fan dell’omosessualità a tutti i costi nè ritengo che chi sia omosessuale abbia una marcia in più a prescindere in qualsivoglia campo artistico, no, purtroppo esistono schiere di deficienti omosessuali nè più nè meno di quante ve ne siano tra gli etero, ma forse non è un caso che certa musica fosse frutto di un atteggiamento estetico e sessuale o forse no, fatto sta che QUELLA musica fatta da QUELLE persone ebbe su di me un certo appeal e PRIMA che io capissi cosa fosse l’omosessualità e che quelle persone fossero omosessuali e da lì certo viene la mia simpatia per certe figure un pò dive, un pò sarcastiche (caratteristica prevalentemente british ma forse anche qui generalizzo). Non so affatto dire se un etero avrebbe fatto altrettanto in altrettanto modo anche se una appariscenza la si trova anche nel funk anni ‘70 prevalentemente nella Black Sploitation ed a me il funk piace assai così come piace una buona fetta di produzione musicale afro-americana. Un ultima cosa va anche sottolineato che sembra che le persone abituate a vivere nella persecuzione o nel dolore abbiano un “quid” in più rispetto ad altri come appunto le comunità afro-americane con la loro musica ma anche le loro tendenze nell’abbigliamento (vedi anni ‘30/’40 o appunto gli anni ‘70) e la moda e l’arte vedono una certa presenza di omosessuali che riescono così ad avere una qualche forma di riscatto sociale o per lo meno personale.
Tornando a me, un pò di Carnevale, un pò di questo e quest’altro dunque per me erano e sono un mix irresistibile e dunque, quando ne ebbi l’occasione in tv, mi gustai The Rocky Horror Picture Show. Forse per l’età o chissà cosa, ma mi resi conto che era un qualcosa molto differente da quello che avevo gustato anni prima, avevo visto dei documentari sul fenomeno “Rocky Horror” ma potevo comunque rimpiangere assolutamente il fatto di non aver MAI vissuto quella cosa lì: del resto non era assolutamente possibile in una città si internazionale ma pur sempre provinciale come Firenze che pure se l’era goduto al Cinema Universale…e solo lì! Oltre alla mia terribile timidezza, non sto a riproporvi la solita tiritera delle compagnie fiorentine di cui ho discusso altre volte qui, ho pietà di voi ma lo sapete: i Fiorentini se ne stanno tra Fiorentini, i Fiorentini cresciuti nel quartiere tal de tali o nella strada tal de tali, se ne stanno tra di loro e guardano gli altro dal fuori ed un pò dall’alto.
Ad ogni modo, 44 anni. A Settembre sono andata all’ Exensia, dove sono Goths ed nostagici del Dark e del New Wave anni ‘80, c’erano personaggi poco meno che coetanei e per l’occasione ho conosciuto due amici di Lui venuti apposta per la riapertura del locale: a casa si son preparati a puntino con tanto di borchie e compagnia varia ed entrambe sono sulla 40ina, anzi credo che lei sia anche più grande di me…Beh, non vedo perchè io debba rinunciare ad una parte di me che mi diverte, una parte che tra l’altro ho dovuto ridicolmente metter da parte da pischella, la mia parte clown, quella che non ha fatto teatro ma forse avrebbe potuto, che non ha fatto la costumista che non ha fatto abbastanza Carnevali per non sentirsi dare di ridicola in un lungo periodo di insicurezze quasi croniche.
Questo Halloween ci sono riuscita: Lunedì 31 Ottobre, ho visto al cinema The Rocky Horror Picture Show!! All’ Odeon e vestita per l’occasione!!