venerdì 28 ottobre 2011

Mio!!

Dato il notevole ritardo Vi informo che di acqua sotto i ponti n'è passata a proposito della Puponzi delle cui gesta Vi narro.
Cercherò di riassumervi le novità fino ad oggi, poiché di novità effettivamente si tratta. Approfitto anche per modificare un poco questo post che non mi soddisfa, aggiungendo che togliendo qualcosa.
Innanzitutto mi ti ritrovo la Puponzi di ritorno dall'estate con una sorta di cambiamento che definirei epocale, al limite della mutazione genetica. Oppure si tratta di un changeling: insomma m'hanno messo la Puponzi da una qualche parte, è arrivato un Troll che ne ha preso le sembianze ed ha sistemato l'originale nel mondo delle fate o in un qualche “Al di là” dove speriamo quantomeno che la Pupa se la spassi alla grande. Essa MORDE! E ti tira certi pizzicotti o graffi che ci sono felini e affini con crisi di identità preoccupanti.
Certo protesta e piange ogni volta che la mamma la lascia a me...e già qui conosciamo le sue reiterate proteste eppurtuttavvia VI E' un cambiamento! UN CERTO cambiamento!
Innanzitutto si decide che una soluzione per placare la novità mordace, graffiante e tricologicofila (nel senso che tira il capelli, a tempo perso) che portarla fuori potrebbe esser un buon metodo esorcistico...hem...per placarla un po' fino all'arrivo dell'altra baby sitter con la quale non ha problemi (ce li ha con TUTTO IL RESTO DEL MONDO in compenso) di relazione.
Ovviamente partono vibranti e irrorate proteste che si calmano alla vista dell'argine e del Ponte della Vittoria. Vaghiamo e camminiamo fino alle Cascine che destano un suo certo interesse, io sospetto rassegnato, di rito. Poi un giorno si scopre l'inaugurazione del nuovo Parco Giochi sul Lungarno S. Rosa e dopo un sopraluogo della original Babysitter che ne decreta l'appetiBBilità la sottoscritta si accorda e parte.
La prima novità è che la Puponzi che ancora non sa, si limita ad un congedante “Ciao, mamma” con sventolata di mano, seppur casuale. Novità che son già un paio di mattine che si ripete.
Ed infine inizia la litania del “Dondo”.
Dal Glossario Puponzi: dicansi “Dondo” l'altalena, in particolare quella per infanti di
età tra i 9 mesi ed i 2 anni circa.
Sul “Dondo” per eccellenza si va “Forte”. La Puponzi è letteralmente drogata di “Dondo” , ne è praticamente dipendente. La turba che uno o più bambini (beh, non più di due) possano andare sulla SUA fonte di gioia ed adrenalina preferita senza che lei non vi possa a sua volta salire! L'atteggiamento è preoccupato, cauto nell'approccio alla zona “Dondo”, le manine conserte dietro la schiena oppure intrecciate sul capino bruno-rossiccio. E se ve n'è UNO che occupa un seggiolino è d'uopo che ESSA salga su quello rimasto libero dove, si, gode ma si chiude in un silenzio insolito per la sua loquacità di quasi 2 anni: niente “mamma è a'ioio?” niente “babbo è a'ioio?” “Dodo è a'ioia?” A volte in ordine anche sparso o rimescolando i vari luoghi/obblighi dei parenti sopranominati.
Dal Glossario Puponzi: dicansi “Ioia” la scuola.
Dicansi “Ioio” il lavoro.
I due luoghi si compenetrano e confondono.
Fin'ora siamo arrivate al parco giochi che è bellissimo e stupendo che ci vorrei andare anch'io (anche per sfruttare quell'angolo palestra messo un po' in disparte, per i “grandi”) verso le 8.40 ed è praticamente deserto, il “dondo” è tutto per lei poi, all'arrivo dei primi bambini, essa inizia ad addocchiare, forse a incuriosirsi sugli altri giochi sin' ora scarsamente considerati.
E finalmente pronunzia “Dende?”
Dal Glossario Puponzi: dicansi “Dende” per “scendere”
Esplora il ponte col piccolo scivolo per bimbi piccoli, osserva il “dondo” per bimbi grandi e le varie altalene a bilancia...Non chiedetemi come si chiamano ai miei tempi non c'era differenza tra l'altalena a bilancia e quelle che sono appese che si spingono. Poi c'è La Nave. Un posto belliZZimo con uno scivolo belliZZimo che ho avuto la malasorte di far provare alla Puponzi: lo ADORA! O meglio adora che io la spinga su per lo scivolo così da arrivare lì dov'è la “torretta” con un belliZZimo timone rosso. Dietro la “torretta” c'è una sorta di cupoletta poi uno scalino e una delle entrate alla nave -via scaletta- ma è pericoloso, “brutto”, perchè è per bimbi un po' più grandi (di qui la mia malasorte) ed altra entrata è laterale via scaletta a corda, altro posto “brutto” ed infine “la Prua” con tanto di cannocchiale ma è aperta e vi si può accedere tramite una sorta di rete/scaletta di corda, altro posto “brutto” e pericoloso per una piccina come lei ma lei adora quel posto se poi si riempie di altri bimbi la si vede incuriosita di questo nuovo multiverso coetaneo o quasi, e spesso multicolore e multirazziale, a volte balocconuovomasconosciuto-dotato. Lo scivolo naturalmente non serve solo a salire (!!) ma anche a scendere e fin'ora la nostra Puponzi si era vista scivolare tramite il supporto “Paperplanes” che anche lì non si sa mai.
Oggi (1 Ott 2011) la Puponzi è scivolata da sola e con stile: stile “panza” e stile “quasi-mi-sdraio”, naturalmente in via di perfezionamento e su ispirazione di altri bimbi!
Naturalmente assistita da “Paperplanes” ma in esterno!
Ha anche testato i giochi posti al di sotto della nave, forme da girare o incastrare, ed anche tentato (leggermente brutalmente) di interagire con un bimbo che aveva con sé un metro retrattile (!!) Boh!
Abbiamo visitato anche l'angolo fitness che alla fine l'ha convinta seppur convenendo che per la “bicicletta” è un po' presto...ed anche tutto il resto.
Insomma, stiamo assistendo all'evoluzione stile Pokemon della Puponzi, sia in maniera comportamentale che lessicale (fonderò il “Dondo fan club”) ed a un suo tentativo di interagire con altri bambini visto che ne deve tollerare la presenza. Ah! Dimenticavo, notizie riportate da mamma sua, riferiscono un atto da indicarsi come “di gelosia” nei confronti di una altra bimba che ha avuto l'ardire di avvicinarsi -senza altro scopo che appunto avvicinarsi- al fratellino “Dodo” (si, quello che va “a' ioia”) e si è aggrappata alla capigliatura dell'incauta infanta.
C'ho solo un fratello e vediamo di non sciuparmelo! Cribbio!”

 Dicevamo, Puponzi.
Beh, Puponzi sta crescendo, sviluppando le sue capacità non solo motorie (e chi la ferma più) ma sopratutto quelle cognitivo-verbali e di relazione. Ha smesso di tirar manrovesci, si, qualcosina ancora tenta di allungartela, s’irrigidisce tutta cercando di farti capire il suo sconcerto nei confronti del tuo ennesimo “No!” , in compenso ora son degna della sua accoglienza sulla porta e del suo eloquio via via più fluente: la mamma è al lavoro, papà è al lavoro, Dodi (il fratellino) è a scuola, voglio la pera, vorrei vedere il sole (traduzione per intuito e bastaa sulle utlime parole “Pera” e “Sole” a volte però “Sole” nasconde “Trattore” ovvero la scavatrice che c’è giù in strada proprio sotto le finestre sue) …a volte anche la mamma è a scuola, forse capendo che la mamma lavora in una scuola…Da che il freddo si è accentuato al mattino ed i bambini arrivano al parco più tardi, non siamo più andate insieme sul “dondo” nè sul ponte ma siam rimaste a casa dove ho scoperto la sua nuova passione per il “Didò” ovvero la versione moderna del Pongo; ne va matta, lo spezzetta, tagliuzza e manipola…consentendomi di presenziare ho avuto modo di giocarci anch’io e dunque la Puponzi ha scoperto che il Didò lo si può trasformare in palline grandi o piccole che schiacciate diventano le pizze (ma questa denominazione non è mia)  che queste palline le si possono allungare rollandole sotto la mano, operazione che l’appassiona moltissimo e di tanto in tanto apprezza le mie oche (solo quelle so fare) abbiamo tentato di fare un fiore e poi una treccia per la quale ha chiesto il bis, per poterne esaminare il processo di costruzione…che poi ha bellamente messo da parte per distruggere il manufatto (ho il vago sospetto che distrugga tutto ciò che di “nuovo” le propongo, un modo di annunciare il suo dispregio nei confronti della mia opera, immagino).
Noto che si è anche incuriosita delle immagini su digitale: ovvero, tutte le volte che ho preso il mio cellulare in mano lei ha pensato vi fossero le foto del “dondo” che avevo preso a Settembre ed ha chiesto di vedere il “dondo” dove stanno i “bimbi". Ovviamente lei non fa differenza tra digitale e telefonino, forse perchè non lo capisce oppure se pensi siano la stessa cosa.
Nella sua stanzina son diminuiti i peluches, restano Panda ed Aslan, il leone, suo grande ed imperituro amore cui vota tutte le sue “sdraiate” affettive, se lo spuapazza e ciancica voluttuosamente; c’è la nuova entry che io ho battezzato Yale, perchè è un teddy bear blu con la t shirt appunto di Yale, poi c’è l’eterno “Nanna” un pupazetto azzurro che sembra un misto tra un animaletto non ben identificato (forse un orsetto) ed una versione micro della copertina di Linus, si chiama “Nanna” perchè appunto il suo compito da ere immemori è accompagnare Puponzi nel sonno per il quale egli è fondamentale.
Puponzi si aggira per la casa col carrello stra-carico della spesa oppure col passeggino rosa colnla capottina –come il suo solo che è verde- sul quale alternativamente siedono Panda oppure “Bimba” -una bambola o un teddy bear,secondo il momento. Ma sopratutto Puponzi ha scoperto il significato di “Mio!” , il possedere le cose è una affermazione del sè. oggigiorno, e lei lo sa! “Mio!” è il Dido, “”Mio!” è il carrello, Mio!” è Aslan, “Mio!” è il posto a sedere, “Mio!” è il tavolino ed ogni oggetto che le passi sottomano…Recentemente si è espressa anche in un “Tutto brava!”  espresso dopo che le avevo fatto i complimenti per non ricordo quale azione riuscita…Traduco con “Sono brava in tutto, io!” 

lunedì 24 ottobre 2011

Libreria Brac…

Dopo un pomeriggio inutilmente intenso alla ricerca di un centro di raccolta Istat, finalmente, ore 17, mi dirigo alla Libreria Brac…O meglio, verso il sito in cui MI PARE sia la Libreria Brac...Effettivamente ricordavo che era vicino a via della mosca dov’era il vecchio negozio di tatuaggi, comunque dopo molte incertezze ed una informazione e cedendo all’evidenza che essendoci in via vegellai UNA sola libreria che sembra un ristorante che sembra una libreria –e semza insegna- quella doveva esser la libreria designata. Ci vado per Makkox…credo si scriva così…di costui conoscevo già alcune vignette e per quanto non sia lo stile che mi è più congegnale, quei lavori mi piacciono. Arrivo con notevole anticipo ma entro con 10 minuti di ritardo, dovendo aspettare Lui direttamente dall’Osmannoro. Entro e mi concentro solo su lui e trovo affinità (ma molte più differenze) mi piace quel che sento anche perchè un pò mi ci rifletto, oltre al fatto che la persona è gradevole e schietta. La cosa che mi colpisce e fa apprezzare di più è che Makkox nasce direttamente dal web e, in un certo senso, sta arrivamdo al cartaceo ora, in quanto la Bao (grazie Michele Foschini) sta stampando un suo volume di vignette…che non ho potuto comprare visti i tempi e le mie necessità. Scopro che questo autore disegnava col pennino cosa che adora e che me lo fa sentire più vicino e che la sua soddisfazione –per riassumere- e fortuna è stato di aver strovato un programma in cui gli strumenti replicano molto bene il segno del pennino, infatti Makkox dal pennino vero e proprio è passato velocemente alla tavoletta digitale ed anche alla colorazione digitale, devo rivedermi megli le sue vignette perchè non lo avevo mai notato anche se tendo a tentare di capire se un qualsivoglia autore stia colorando in digitale o tradizionale…Makkox conferma che ancora presso certi autoVi resta fissa l’idea che il computer, il supporto digitale sia un orpello al tradizionale, che si usi un trucchetto per far..più in fretta o cavolate del genere…Non so voi ma a me pare una stronzata e si che io amo il trazionale, un pò per pigrizia un pò perchè mi piace spennellare ed inchiostrare. Il digitale ha il suo perchè –però non supera il pennello, per me- ti concede meno sporcizia, meno pastici, meno disatri di proporzioni tragiche sul tuo adorato Fabriano 4 e il segno perfettissimo che hai faticosamente ottenuto dopo ore di cancellamenti e ghirigori, a ciò aggiungo che ti salva dal deterioramento della qualità dei prodotti usati per spennellare e inchiostrare un tempo ritenuti tra i favoriti, non so se c’è stato una impennata di orgoglio ma il buon inchiostro Pelikan o il Windosor basta che ci passi la gomma pane sopra e la splendido nero lucido mi ti diventa un opaco deprimente quando addirittura non venga spazzato via, lo stesso per i pennini o i pennelli che basta una inzuppata che mi ti si divaricano come le cosce di una Olgettina da poco e già sono da indiferenziata (come le Olgettine, appunto) Altra cosa su cui si poteva aver contrasti, io e Makkoz, ma io non riesco a discutere in queste occasioni oltre al fatto che su questo argomento non mi piego e non mi spezzo- NON andremmo daccordo sul termine “Grafic Novel” che è bene sappiate io aborro, detesto e schifo pure…Seppure abbia natali di tutto rispetto (Will Eisner, se non erro) è velocemente finito nelle mani di chi di fumetto non capisce una mazza ma pretende di discorrerne come se lo avesse mangiato e digerito sin dall’infanzia, oltre al fatto di non capire una mazza di disegno…Persone che hanno scoperto il fumetto superomistico…no, “di supereroi”! Ovvia! Solo col Batman di Burton e lì mi ti son rimasti, diobono! vaglia  dire se hanno letto “l’ultima grafic novel di Cap America” e vedi che ti dicono (e pure con un pò di spocchia) TZ! E pure Grunt!

mercoledì 19 ottobre 2011

A Villa Pietraia

Ci siamo saliti in un incredibilmente caldo pomeriggio domenicale di Ottobre. Come un geco sul muro sbiancato ci mancava poco mi piazzassi sul vetro della veranda riscaldato a dovere dal sole battente,  la sera prima avevo sentito arrivare il fresco pungente col vento e così questa mattina e dunque mi ero vestita della mia un pò troppo attillata maglia di lanina color prugna stavo per infilarmici sotto anche un dolcevita  e meno male che non l’ho fatto, sarei schiantata dopo i primi quattro passi sotto il sole che si riversava nel nome del “mi piego ma non mi spezzo” (all’autunno) sino all’ultimo raggio caldo.
Si perchè la giornata stupenda ci ha visti salire a piedi a Villa Pietraia sulla sua bellissima terrazza con vista sulla piana, circondati da boschi e uliveti sopra ed ai lati: il bosco dietro è piuttosto grande coi suoi sentieri che appena ti danno la sensazione che potresti perderti anche se è solo una illusione, in cima ci sono un paio di laghetti artificiali che somigliano un pò a quello che c’è alla Fortezza in città; se da lassù si riscende per un altro sentiero o due si arriva al solco essiccato del torrentello forse artificiale che andava poi a formare altri due laghetti, forse stagni, in cui un tempo erano le anatre. Occhio e croce e per quel che credo di aver inteso questo bosco fu ideato sul modello di quelli del periodo romantico inglese che vede questi boschetti artificiali o semi artificiali, come imitazione di angoli di natura, al contrario del giardino all’Italiana –parzialmente presente sulla terrazza- che vuole uno stile palesemente artificiale, con composizioni di piante in orci e vasi (spesso di agrumi) e presenza di fontanelle e vasche in cui, come nel posto che abbiamo visitato, si allevano pesci, carpe presumo. A volte in mezzo agli alberi si aprono quasi improvvisi ampi prati –assolati- sui quali ci vedevo benissimo un picnic, con la tovaglina, cibi tiepidi nei loro contenitori e svacco al sole da nirvana…Abbiamo girato praticamente ogni angolo, curiosato ogni anfratto e discusso sui probabili motivi per cui i due laghetti con torrente annesso –che doveva avere anche una cascatella- siano disseccati totalmente e se ciò che vedevamo fosse parte del progetto che i reali vedevano durante le loro cacce o passeggiate; ci sono vari sedute in pietra in punti ben pensati per il raccoglimento nella natura (o almeno si potrebbe pensare così) o il semplice riposo durante il cammino o il ritorno; io ammiravo l’edera rampicante qui e là e i rami tagliati di enormi piante che li avevano sviluppati contorti ed ora parevano incredibili canne d’organo, a volte certi pini o alberi con aghifoglie le cui radici mi sembravano nate per svilupparsi su roccia e che attraversavano sotto la strada come certi scalini che servono a rompere l’acqua che scorre in discesa, la corteccia sembrava cosparsa di striature verticali…ho raccolto dei rametti verdi con le loro ghiande anch’esse verdi, ho dimenticato le pigne ma ho trovato gusci vuoti e imbiancati di lumache, intravisto uno scoiattolo (lo stesso schivo di Villa Reale???)  C’è da dire che visitare questo luogo non è stato solo uno sfizio ma è stato un ritorno a luoghi e tempi più lieti per il mio Lui: a Villa Petraia più di vent’anni fa c’erano appartamenti sviluppatisi nelle stanze della villa; dunque siamo arrivati in quella che ora è la zona ristoro e che un tempo fu il salotto dei nonni di Lui, e dietro una porta ora chiusa al pubblico c’erano la cucina e la camera da letto, c’erano ricordi che mi sfuggono anche se la stufa/caminetto c’è ancora e quando lui era piccolo funzionava. Fuori sulla sinistra ci sono i resti di un albero che ai tempi dovette essere incredibilmente enorme tanto che ci fu costruita sopra una sorta di casina o pedana che offriva una certo stupenda vista sulla piana e forse oltre…si può parlare di resti: è un tronco enorme dai rami altrettanto enormi ma tagliati spietatamente, la casina o pedana che fosse sembra esser crollata come dopo un terremoto e tutt’intorno ci sono rovi di rose dai frutti rossi ed arbusti ed “erbacce” varie ma non c’è un senso di antica vetustà, come in presenza di uno scheletro di dinosauro ma piuttosto un mesto rimpianto per qualcosa che pietosamente sarebbe meglio rimuovere, circondato da filo spianato o quasi, è vietato avvicinarsi (proprio come ad una casa crollata) e così era quando Lui era piccolo. Un pò più indietro siamo sul fianco della villa, davanti alle finestre che furono della cucina e della camera dei nonni, è un angolo bellissimo con questo abete dai rami bassi su sui da bambino leggeva fumetti, giocava o dormiva, questo non fatico ad immaginarlo perchè è il classico punto in cui anch’io da bambina avrei giocato tutto il giorno con tutto ciò con cui si poteva giocare. Non ha potuto far a meno di arrampicarvisi, su quei rami e se non avessi avuto i miei stivali, l’avrei fatto anch’io!  Siamo saliti e scesi, abbiamo sostato ma la cosa che non capisco sin dalla mia visita addirittura Villa Reale è perchè le fontanelle siano chiuse: e credo di averne viste alcune regolabili, forse per far si che l’unica acqua da bere sia quella da acquistare. Fatto sta è che è scomodo nel caso qualcuno improvvisi una visita in loco. Ritornando ala villa in sè, sul lato destro della terrazza c’è una sorta di torre di guardia che a suo tempo fu un angolo di sosta dopo la caccia: una torretta dalle ampie vetrate con vista sulla solita piana, con un mobile tipo buffet all’ingresso, un tavolo al centro, a suo tempo si usò anche per la presentazione ufficiale della fidanzata di non so quale re o principe d’Italia, e scopro che a suo tempo il giardino all’italiana che precede questa torretta era stato progettato differentemente, dove ora vi sono due giardinetti, un albero e una fontana con statuetta di Venere/Fiorenza, un tempo erano circa tre serre piuttosto grandi –ed una conteneva quella fontana- più quattro più piccole sul davanzale, l’illustrazione di tutto ciò è esposto proprio sulla porta vetrata della torretta stessa con una sua breve biografia. E proprio dietro la villa, da dove si può iniziare la salita al bosco, c’è una fontana con vasca ed è a imitazione di una cascatella naturale, con i rivoli e le infiltrazioni d’acqua che scendono dal bosco soprastante sulle rocce, anch’essa è secca anche se Lui ricorda chiaramente come fosse attiva da bambino, è un peccato perchè l’acqua stagnante con le ninfee che vanno marcendo non è un bel vedere seppure occorra accostarvisi per testimoniarlo, le rocce sono ricoperte di un bello strato di calcare che ricorda come scendesse l’acqua e doveva essere –questo si- un bel vedere…Ho un dubbio su tutta questa acqua assente: che sia il risultato dei lavori TAV che hanno fatto sparire PER SEMPRE una serie di fonti naturali sul Monte Morello? Sarebbe interessante saperlo…Anche se sono altrettanto propensa che vi possa esser dietro una ragione più semplice e tristemente pragmatica: pochi fondi per tutelare e aver cura di quei corsi, di quei laghetti e fontanelle. L’unica acqua che credo sia ricambiata di tanto in tanto dev’essere quella torbida delle vasche sotto la terrazza, quella delle carpe, e la fontana ancor più sotto nella cui vasca vi sono pesci rossi e albini che appena la scuoti un poco arrivano cercando cibo…(e mi sa che anche le carpe lo fanno e senza che si tocchi l’acqua!)
Ma la sensazione generale è che tutto sia fatto ai minimi termini, non vedo molti custodi in giro e dubito sull’effettiva attività di sorveglianza delle videocamere, trovo cartelli scritti a mano e sbiaditi o molto vecchi e polverosi (che però sono in sintonia col parco, come design) Abbiamo cercato segni che indicassero i luoghi dove si tengono i famosi corsi ma SE li abbiamo trovati erano ovviamente chiusi ma SENZA una segnaletica certa, anzi, il dubbio è che siano siti in quelli che erano gli ambienti dove venivano “parcheggiate” le carrozze, o i carri di approvigionamento, il corridoio che conduce alla porta chiusa che ci indica dei restauri (???) e forse la scuola di restauro, ha una eco incredibile e il chiasso che doveva esserci quando le carrozze vi venivano condotte doveva esser assordante. Forse anche perchè era Domenica e dunque c’era meno personale, anche se non credo sia una buona scusa.  Tanti dettagli che mi incuriosivano e che non sono riuscita a documentare dato che la diGGitale, vigliacca, s’è spenta addirittura sul più bello: finita la batteria.  Quindi quelle che seguono sono le uniche foto che narrano questa gitarella che spero di ripetere in condizioni simili. Altra cosa che mi lascia perplessa è il COME si arriva, la fermata dell’autobus è decisamente molto di sotto rispetto alla villa stessa che tra l’altro è IN SALITA, sfiancherebbe chiunque non abbia un motorino o le gambe abituate a percorrere strade di montagna in bicicletta. L’oVVoVe! L’oVVoVe! L’oVVoVe!…
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venerdì 14 ottobre 2011

GRUNT!!

NON riesco a pubblicare un MIO video!!!
Perchèèèèèèèè?????

Visita a Villa Reale

 Domenica 9 Ottobre oltre alla ascesa a Monte Morello abbiamo fatto anche una piccola ascesa a Villa Reale, per i suoi giardini all’italiana ed il boschetto soprastante e la fontana dell’Appennino…Come credo di aver già detto nel post precedente la fontana è stata una certa delusione e gli alberi sono stati la vera sorpresa: contorti ma sopra tutto con una sorta di rigonfiamento sul tronco che pare come esploso. Queste deformità delle quali ignoro la causa hanno reso quasi tutte le piante contorte, difficile ve ne sia una che sia “dritta” (per quanto un albero possa crescere “dritto” anche in natura) e per quanto questo boschetto sia ben tenuto ed ordinato, e ospiti una fontana con statua ed abbia al lato opposto, una terrazza che da sia sui giardini all’italiana sottostanti che su uno scorcio modesto di Castello e della piana in generale, insomma questo boschetto ha una atmosfera tutta sua, che può stimolare la fantasia…essendo saliti verso il tardo pomeriggio e precedendo di poco il tramonto ci siamo ritrovati una luce bellissima, rosso-dorata, tipicamente autunnale che ha consegnato al boschetto un non so che davvero magico…O almeno così è parso a me…
Inizio con questa quercia (almeno credo sia una quercia) che si è piegata su un lato e poi mozzata eppure aveva ancora forza vitale ed ospitava uno scoiattolo che non sono riuscita ad immortalare….

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IMG_1142Non sembra vi sia qualcuno seduto nell'incavo dell'albero?
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IMG_1149                 (Si, quello lì dietro E’ Lui!)

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Quest’ultima foto è stata presa nei pressi dell’uscita, sono riuscita a raccogliere la luce di quel giorno ma non i contrasti con le ombre e il verde ma sopra tutto il cielo che era azzurro sebbene un poco pallido in certi punti…Una ulteriore prova che non posso fare tutto quel che voglio con questa digitale compatta ma mi domando se davvero otterrei di meglio con una reflex da 400 e passa euro…Peccato perché anche alle Cascine ho visto bellissimi tramonti tinti di rosso acceso e che andavano a infuocare alcune foglie ancora verdi.
In questo periodo siamo avvolti da una luce perennemente al tramonto ed io non so perché me ne accorgo per la prima volta in vita mia e ne sono quasi rapita.

mercoledì 12 ottobre 2011

L’urlo di XXX terrorizza anche Castello! (e indovinate da dove viene il titolo?)

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Ho deciso di inaugurare così il programmino Win Live Writer, so che dovrei narrare, riflettere ed anche disegnare ma ho avuto una giornata grama, domani ho un pomeriggio gramo e dopo una certa sragiono…

lunedì 10 ottobre 2011

Ascendere a Monte Morello...

Penso che ci siano cose che davvero ti rimettono in sesto, con poco. Ti riossigenano il cervello, e Dio sa se ne ho bisogno in questo periodo, ti ricatapultano -a livello di memoria o di sensazioni- in luoghi che non frequentavi da secoli e se non riesci a rifarlo, quanto meno riesci a ricordare come sentivi certe avventure, certe scarpinate sotto il sole.
Così Lui, di Domenica mattina, e con in vista il pranzo dai suoi, suggerisce una bella ascesa a Monte Morello, la scusa è quella di farmi vedere un posto che definire "caduto in disuso" è eufemismo allo stato puro: sostanzialmente era un potenziale luogo per andare per grigliate sotto il sole, alla vista di un panorama che -vista la piana- magari non è dolomitico ma ha il suo bel perchè; seppur coi suoi difettucci (niente fontanella per bere e scarso riparo sotto il sole estivo) il posto era bello. Dalla visita stile "terrazza panoramica" bastava spostarsi un pò più indietro e trovavi una ex cava che invece di esser discarica era un'altra panoramica ma più verde con tanto di panche e sedute in pietra e non cos'altro che non sia stato asportato o coperto dal verde se non fatto a pezzi da emerite teste di cazzo GGiovani che siccome non ci avevano un cazzo da fare hanno fatto scempio di un posto pubblico facendo a pezzi quelle poche strutture messe su...poche ma buone, come si suol dire ma di chiunque ed ora di nessuno. Vaffanculo! 
Qualcuno comunque pare non aver demorso (!!) ed ha messo su falò e bivacchi, abbiamo notato resti di cibo anche se il posto non si può definirsi ancora sporco.
Camminare dopo secoli che le tue gambe non erano abituate a clacare quella pietra fatta a lastre e circondata da pini e quant'altro, con una inclinazione tutta collinare/montana ma sopratutto con un raffreddore che ti ha dichiarato guerra alleandosi con la tosse, può essere un'esperienza trascendentale che mi son goduta, comunque. Il sole meridiano era caldo, l'aria fresca e pungente, la mia mano stringeva felicemente la sua e respiravamo, a volte con passo -il mio- accellerato poco avezzo alla saggezza montana da tempo.
Per scendere facciamo un giro e assaporo stradine secondarie, ombreggiate da gallerie di rami su cui si sta pazientemente stendendo la mano gialla dell'autunno, passiamo accanto alla Castellina, una certosa e seguiamo il vecchio sentiero ancora tutto lastricato di petre consunte dalle pioggie e dai passi di monaci e fedeli o di semplici viaggiatori o lavoratori, il verde è sostituito da alte mura da cui comunque rami si affacciano gettando mandorle col capottino autunnale. Ne ho raccolte.
Scendiamo e all'angolo mi saluta un roseto carico di frutti e penso alla marmellata di rose di cui parlava mia mamma...penso che quel posto l'avrebbe affaticata ma le sarebbe piaciuto, così piacerebbe anche a Susan qual'ora dovesse ricaricare le batterie, se avesse solo modo di arrivarci.
Scendiamo fino a Castello per il pranzo e mi sembra di aver fatto una qualche impresa mentre me ne attende una latra. Dopo pranzo andiamo alla Villa che è anche sede dell'Accademia della Cruisca e visitiamo una parte del giardino all'italiana con la grotta artificiale in cui ci lanciamo nel gioco del "Riconosci l'animale" viste le vasche (senza acqua) decorate con effigi di animali bizzarramente assemblati non si sa in quale ordine. Boi saliamo (ancora??) al bosco dove c'è la statua dell'Appennino, sita in una grande vasca dall'acqua scura anche qui non scende acqua. La statua mi lascia un pò...perplessa. Non mi pare 'sto granchè. Ma il bosco è intrigante perchè molti alberi hanno delle deformità e paiono come esplosi dall'interno, hanno il loro fascino e scatto quelche foto. Scatto anche qualche foto con Lui, sperimentiamo l'autoscatto dopo aver dato un bello sguardo al tramonto sulla piana, le ombre si allungano, la luce dorata anche se la mia compatta mi tradisce negandomi quella luce calda oppure il cielo azzurro. Vabbè.
Scendiamo che ci aspetta la piazza all'CSA Emerson: 8 per l'iniziativa ma i ragazzi si debbono organizzare un pochino meglio anche con la pasta ma la pizza è godibile, si mangia bene. 3 € tuttosommato ben spesi.
Ma il formato 45 giri non è sufficiente per la nostra fame dunque facciamo vela per una pizzeria e ci prendiamo un LP ciascuno a prezzo contenuto.
In futuro dovremmo visitare Villa Petraia, per Lui importante in quanto sede di una parte della sua infanzia, e prima o poi sede dei miei corsi per doratrice...

martedì 4 ottobre 2011

Alla via così...

Suppongo dovrei scrivere un bel pò di cose vista l'eccezionalità della connessione "libera" che ho trovato ed effettivamente ne avrei di cose da narrarvi: del changeling che è tornato dall'estate sotto forma di Puponzi che ha deciso che il mondo non è ancora pronto per i suoi raffinati soliloqui e monologhi dunque si esprime a morsi, graffi e manate; del fatto che "Diiio sono così alteVnativa!" perchè mi son pippata sia l'Exensia e la sua musica ad insopportabile alto volume (vabbè, io mi sforzavo di tollerare WASP e IRON MAIDEN LIVE all'ex Palazzetto dello Sport negli ormai lontani -per fortuna- anni '80!!) con tanto di inaugurazione via Cover band dei System of a down...yeah!...Poi è stata la volta della cena di anniversario per i vent'anni di autogestione del C.S.A. ex -Emerson in quel di Castello in una figherrima ex fabbrica di neon (credo) un luogo che da pischella mi avrebbe preso un casino ma ora son vecchia e sgamata e mi sembra solo un pò troppo buio e triste...e forse pur'io sono buia e triste...Ed anche della mia visita nel ex Teatro tenda-ex-Teatro Sashall ora Teatro Obi (ma nn c'entra Guerre Stellari) per l'ultimo giorno di Firenze Gioca e del fatto che soffrirò un casino nel dover aspettare chissà quanto per la prossima edizione perchè è bellissimo, sebbene sembri una Lucca Games in formato ridotto ma meglio curato pieno di curiosità tra cui la possibilità di divertirsi coi vecchi giochi di una volta: con l'antenato del flipper, con non so come si chiama ma c'erano 4 coppie di bacchette e te con quelle dovevi prenderti i sassolini uno per uno; e il subbuteo ed i trampoli e quegli sci per coppie o terzetti e le spade di legno e le pistole e balestre con gli elastici e le trottole. No, dico, LE TROTTOLE!!! IO AMO LE TROTTOLE!! Emene sono comprata una e appena la saprò usare
meglio spero di poterla fotografare e postarla qua!!
Così come spero di postare al più presto le foto figherrime dei miei figherrimi pattini con cui già sto andando alle ultime lezioni rischiando palesemente la mia vita sulle discese in piazza V.Emanuele!

Eppoi oggi un pezzettino del mio cuore se n'è andato a Milano, inizia la sua specialistica lo rivedrò a Novembre ma per lo più rester su alla ricerca di un suo futuro...
Tanti auguri micio, ci sarò sempre...